L'Eredità dei Santi di Giulio Massobrio, un nuovo caso per l'erede di Maigret e Montalbano

Comics / News - 05 November 2013 14:14

L'Eredità dei Santi: Alessandria torna teatro di un delitto. Il commissario Piazzi è incaricato dell'indagine: sotto il solleone, con una squadra decimata per ferie, dovrà fare lu

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Giulio Massobrio è un gradito ritorno per gli appassionati della crime story congegnata. Tutti i personaggi coinvolti nella vicenda potrebbero essere colpevoli e il lettore rimane inchiodato alla storia. La personalità di chi indaga non è ingombrante, né forzata, rispetto alla detection in corso.
L'eredità dei Santi (Bompiani) è il secondo caso del commissario Piazzi chiamato a risolvere l'omicidio di Clelia Santi, nota imprenditrice di Alessandria rinvenuta cadavere nel proprio laboratorio di maglieria. È il 12 agosto del 1963.

Stefano Piazzi fa il suo esordio in Occhi chiusi (Newton Compton, 2012), salutato entusiasticamente dalla stampa e paragonato a illustri colleghi e predecessori, Maigret e Montalbano: “Piazzi è un bolognese che ha fatto il partigiano in una brigata comunista. Per il ministero, uno segnato. Ha un pessimo carattere e non rispetta nessuno, tanto meno un questore. Quello che l'ha preceduto, ha dovuto far fagotto in fretta, quando Piazzi ne ha scoperto le procedure non esattamente corrette. Il guaio è che, dopo i suoi ripetuti successi, è visto dai cittadini come uno capace di entrare nello spazio scuro delle coscienze, facendone emergere anche i pensieri più nascosti”.

L'omicidio di Clelia Santi porta il commissario e i suoi uomini a spostare la propria attenzione nella provincia di Alessandria, a Berghe, dove vivono i Santi dei Casoni, tutti della stessa famiglia, principalmente cugini. In ballo c'è una questione di eredità. E c'è da vederci chiaro in un ritratto di famiglia che semina morti ammazzati e “male parole”. Almeno fin dal 1937, con la morte di Emilio, il padre di Clelia. Un incidente a cui nessuno ha mai creduto. Poi ci pensa la guerra a dividere i parenti in fascisti e partigiani. Sospetti e rancori perpetuano tradimenti di famiglia e vendette trasversali. "Sacche di dolore" che vagano, tramandandosi, senza giustizia.

Il paese parla sottovoce: "le occhiate valgono più delle parole. E nessuno può smentirti o, peggio, denunciarti. Le parole pesano, e restano. Gli sguardi, invece, durano un attimo e poi scompaiono.”
Il ragusano Carmelo Russo, il brigadiere più distinto della Squadra Mobile e l'intellettuale del gruppo, è perplesso: “Al mio paese, se fosse nato il sospetto, qualcuno avrebbe provveduto”.
Ma Piazzi tara gli umori dell'omertà della provincia settentrionale: “Qui, però, è diverso: è come se il rancore rimanesse sepolto sotto la vita di tutti i giorni. La vendetta segue percorsi tortuosi, ha bisogno di tempo, deve maturare. Sanare un torto punendo il colpevole non basta: si spiano le mosse dell'avversario per coglierlo in fallo, magari per anni. Rovinarne l'immagine davanti a tutti sembra la vendetta più adeguata. Capisci, Russo, qui si uccide diffondendo il sospetto, usando la maldicenza, isolando il colpevole, vero o presunto, dalla comunità”.

L'Eredità dei Santi mantiene la promessa - data per scontata, ma non proprio ovvia -  di ogni giallo che si rispetti: leggersi d'un fiato.

© Riproduzione riservata



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