Il fuoco non ha amici, doloroso graphic novel di Davide Garota fatto di riferimenti floreali
Comics / News - 12 February 2014 16:00
"Sono una persona di fumo. Sfuggevole come il fumo. Soffocante come il fumo. Sono una persona di fumo, perché un fuoco mi brucia dentro. E il fuoco non ha amici". Così c'&egrav
Graphic novel. Si chiama “Il fuoco non ha amici” ed è il volume n. 51 della collana “Prospero’s Books” di Tunué – Editori dell'immaginario, una casa specializzata in saggistica di fumetto, videogiochi, animazione, nonché in romanzi grafici. L'autore, il marchigiano Davide Garota, già disegnatore nel graphic novel “Invito al massacro” del catanese Giovanni Marchese, vi esordisce in qualità di sceneggiatore/illustratore narrando la propria regione tramite la storia di un protagonista diversamente abile di nome Diego Vardata.
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Il protagonista. Il personaggio principale dell'opera di Garota è soprannominato Varda o anche “lo storpio”, a causa di una malformazione che l'ha colpito ancor prima della nascita, quand'era nel ventre materno. Trascorre il tempo conducendo una vita di provincia, facendo il giardiniere in una cooperativa, recandosi al bar con gli amici e passando dolci momenti con la fidanzata da cui aspetta un bambino. La felicità lo riguarda a tratti, perché non vi è avvezzo. Pensa di sé stesso: “Sono una persona di fumo. Sfuggevole come il fumo. Soffocante come il fumo. Sono una persona di fumo, perché un fuoco mi brucia dentro. E il fuoco non ha amici”.
Riferimenti floreali. Nonostante i conflitti ed il dolore che caratterizzano l'esistenza di Varda, trascinato dai propri ritmi e vittima della sua stessa essenza, egli fa spazio alla poesia raccogliendo e conservando per sé semplici fiori campagnoli. Garota se ne serve per ammorbidire i toni di un racconto duro, tormentato, violento; usa riferimenti floreali che costituiscono un leitmotiv delicato, il quale va a scandire i differenti capitoli del libro.
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Pugni in faccia. Denti di leone, papaveri ed altre meraviglie della natura rendono più commovente e più viva una narrazione forte, in grado di colpire come un pugno in faccia. “I pugni in faccia ti aprono la mente”, riflette Varda spesso coinvolto in rabbiosi pestaggi. E poi: “Sono un viaggio interiore, ti dicono chi sei veramente. Sono un’esperienza unica”. Emozioni intense e problematiche si offrono a quanti decidono di leggere la sua storia, perché “Il fuoco non ha amici” parla di di una vita immobile e senza sorprese, che però si può scegliere di amare comunque, a dispetto d'ogni avversità.
Il disegno. Il linguaggio grafico di Garota appare claustrofobico. Indulge su deformati primi piani; di rado consente agli ambienti d'esplodere, ma, al contrario, li comprime e rinchiude in una sorta d'autismo metaforico. Il disegno è volutamente fisico, grezzo, brutale. La colorazione digitale risulta sovente approssimativa. In un funzionante seppur instabile equilibrio, convivono magnifiche tavole ad acquerello, collage, illustrazioni.
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