Festival di Venezia 2017, 'Undir trénu (Sotto l'albero)': recensione del film
Cinema / News - 01 September 2017 18:00
Il film "Undir trénu (Sotto l'albero)" è stato presentato alla 74. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica, in concorso nella sezione Orizzonti.
Abbiamo guardato il nuovo film diretto da Hafsteinn Gunnar Sigurðsson e intitolato "Undir trénu (Sotto l’albero)", presentato alla 74. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia e in concorso nella sezione Orizzonti.
La trama attraversa numerose tematiche, dalla crisi matrimoniale alle difficoltà dei rapporti di vicinato, e alternando momenti profondamente drammatici a scene di commedia costruisce più linee narrative senza eccedere di ampiezza ma mantenendo l'attenzione sulla vicenda principale. Il legame tra Agnes e Atli appare spento e viene stravolto negativamente durante una normale notte: Atli si alza dal letto, inizia a guardare un video pornografico realizzato con la sua ex fidanzata e viene sorpreso da sua moglie Agnes, quest'ultima è sconvolta e invita l'uomo a lasciare la casa.
Atli ritorna nella casa dei suoi genitori, l'equilibrio all'interno della sua famiglia è fortemente instabile a causa delle indelebili ferite scaturite dal presunto suicidio di suo fratello, del quale non è mai stato ritrovato il corpo, e dai ruvidi contrasti con i vicini. Agnes non ha alcuna intenzione di perdonare il marito e rigetta qualsiasi tentativo di Atli di darle delle spiegazioni riguardanti il suo gesto, entrambi si interessano del bene della loro figlia ma raggiungere un'intesa appare sempre più difficile.
Atli cade in uno stato d'irrequietezza reso ancor più problematico dal degenerare dei rapporti tra i suoi genitori e la coppia dei vicini. Il principale motivo di discordia è la presenza di un grande albero che getta una grande ombra sul porticato dei vicini, che più volte hanno richiesto ai genitori del protagonista di trovare una giusta soluzione. La disputa si evolve in un modo inatteso e la madre di Atli si abbandona ad una serie di comportamenti ossessivi.
"Ognuno di noi vive, se non insieme, per lo meno accanto ad altre persone. Ma fare parte di una comunità è un compromesso che può diventare fonte di grossi problemi" - ha commentato il regista Hafsteinn Gunnar Sigurðsson - "I litigi tra vicini sono un fenomeno orribile e al tempo stesso affascinante: tendono a diventare piuttosto brutali, ma sono anche divertenti nella loro assurdità. Di solito riguardano rispettabili cittadini mai coinvolti prima in attività illegali che, a causa della rabbia e dell’odio verso i vicini, cominciano a manifestare comportamenti aggressivi e violenti. In altre parole, tali controversie tirano fuori il peggio delle persone: potrebbero persino trasformare vostra nonna in una feroce assassina. Dopotutto cos’è la guerra, se non una disputa tra vicini, ma su scala molto più grande?"
Il film evidenzia in modo originale le difficoltà del convivere, dalle tensioni interiori che sfociano in irrazionalità alla competizione tra pretese derivanti dalla crescente intolleranza all'interno della società.
© Riproduzione riservata