Far Cry Primal, grafica videogame per PS4 e Xbox One: la bellezza del passato
Games / News - 01 March 2016 14:00
Far Cry Primal ci conduce in uno splendido mondo preistorico, fatto di natura e animali selvaggi. Un viaggio verso il passato, tra lo scontro di tribù e la continua lotta per sopravvivere
Far Cry Primal è l’ultimo arrivato in casa Ubisoft, un videogioco che esplora terre e sentieri ancora poco tracciati nel panorama videoludico. Il famoso marchio di sparatutto in prima persona si traveste così da uomo delle caverne, in un viaggio lontano nel tempo, un salto indietro di 12.000 anni rispetto alla serie originale. Il progetto, originale ed innovativo, stravolge le consuete meccaniche dell’open world fatto di armi, esplosivi e gadget tecnologici, gettandoci in un mondo ostile ed enorme, popolato da piccole tribù rivali tra loro e costruito attorno al concetto di sopravvivenza, in ogni istante. Il setting preistorico, che ruota attorno alla raccolta e alla creazione di rudimentali ma indispensabili oggetti, viene reso alla perfezione attraverso una cura stilistica dell’epoca, fedele e credibile in ogni sua componente.
La grafica di Far Cry Primal appare sin da subito un deciso stacco con il passato, un contrasto di colori caldi in un mondo incontaminato e abitato da creature ormai estinte. La sensazione di trovarsi in un ambiente ostile, ricco di opportunità ma anche di pericoli, traccia una linea costante nelle prime fasi di gioco, persi tra panorami verdeggianti e lontani picchi innevati. Ogni zona nasconde, infatti, insidie e possibilità, tra la raccolta di risorse, per la creazione di armi e oggetti, e la sopravvivenza pura, fatta di pelli di animali e cibo con cui recuperare energia. L’alternarsi del ciclo giorno-notte rappresenta un mondo di gioco differente non solo da un punto di vista estetico, ma anche di particolari varietà di animali e piante. I colori saturi e vivaci lasciano il posto al tenue chiarore della luna, che illumina freddamente la vegetazione, e ogni specchio d’acqua rimanda pallidi riflessi argentati. L’esperienza in notturna si carica così di un’aurea quasi magica, che aumenta il misticismo del titolo, evidente ancora di più nei personaggi che incontreremo.
I personaggi di gioco sono realizzati rispettando tutti i canoni estetici del periodo scelto, tra pitture facciali e vestiario, fatto di pelli di animale e ossa lavorate. La ricerca artistica si muove anche nelle animazioni facciali e nei volti dei protagonisti, resi alla perfezione durante i filmati, espressivi e caratterizzati anche da un punto di vista spirituale. Ognuno possiede così doti e abilità particolari, che vanno dalla raccolta di oggetti a compiti mistici e spirituali, come nel caso dell’incontro con lo sciamano. La lingua creata da Ubisoft per i dialoghi dei personaggi è un tocco d’arte preistorico, un linguaggio mutuato dai vecchi idiomi proto-europei, una scelta che innalza prepotentemente l’immersività globale del titolo. Takkar, il nostro alter ego virtuale, è dotato di forza fisica e possibilità di comandare gli animali selvaggi presenti all’interno del titolo, oltre che costruire armi offensive dai diversi effetti. Le possibilità offerte dallo scenario permettono approcci differenti, che vanno dall’uso dell’arco e della lancia da grandi distanze, sino alla pura forza bruta, con attacchi corpo a corpo con la clava.
Gli animali presenti in Far Cry Primal sono uno degli aspetti più affascinanti del titolo. La loro presenza è resa viva non solo dal modo di muoversi e cacciare, ma dai continui rumori e suoni che filtrano attraverso la vegetazione. La grande varietà passa attraverso decine di specie differenti, che variano per pericolosità e quantità, con attacchi improvvisi di branchi di lupi o l’aggressione di solitarie aquile. La capacità del protagonista di ammaestrare gli animali ci conduce attraverso la mole di contenuti del gioco, partendo dal volo aereo del gufo sino al controllo delle bestie più pericolose. La cura realizzativa si esprime nel rimettere in scena creature ormai estinte, come giganteschi mammuth e tigri dai denti a sciabola, arrivando ad animali da caccia, come cervi, pecore e cinghiali.
© Riproduzione riservata