Bruce Springsteen, 'Born To Run' nella nuova collection per un viaggio più complicato

Daily / News - 20 May 2015 06:02

Bruce Springsteen con una nuova collection è presente con sette album , compreso "Born To Run".

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Bruce Springsteen con le sue canzoni dal 1973 al 1984 torna in una nuova raccolta, già uscita in cofanetto e dal 16 giugno 2015 disponibile in cd separati.

“Bruce Springsteen: the album collection Vol. 1, 1973-1984” è il titolo del cofanetto, che contiene appunto i primi 7 album da studio di Springsteen. Sono disponibili in CD e LP per Columbia Records-Legacy Recordings, e non mancano riproduzioni degli artwork originali, memorabilia, foto e rarità. La particolarità è che tutti gli album sono rimasterizzati per la prima volta in vinile, e cinque di essi per la prima volta disponibili in CD. Per conservare il sentore di allora sono tutti proposti nel loro packaging originale; l’apparato critico comprende un libro di sessanta pagine con foto rare, riproduzioni di articoli e recensioni risalenti ai primi dieci anni di carriera di Springsteen.

Album. Gli album sono “Greetings From Asbury Park, N.J.” (1973), “The Wild, The Innocent and The E Street Shuffle” (1973), “Born To Run” (1975), “Darkness On The Edge Of Town” (1978), “The River” (1980), “Nebraska” (1982) e “Born In The U.S.A.” (1984). Dal 16 giugno sono appunto disponibili singolarmente, per agevolare la fruibilità e soprattutto con la possibilità agli ascoltatori di scegliere il preferito.

Born To Run. In particolare ci soffermeremo qui su “Born To Run”, l’album di Bruce Springsteen che dopo la scarsa risonanza che ebbero i due lavori precedenti imposero il cantante di Long Branch al grande pubblico. Soprattutto l’afflato eroico comincia ad emergere, dal testo: “Tutta la salvezza che ti posso offrire ragazza / sta sotto a questo sporco cofano / Hey cos'altro possiamo fare / A parte tirare giù il finestrino / E lasciare che il vento soffi / Indietro i tuoi capelli”. I versi sono quelli di “Thunder Road”, il più dettagliato come scansione temporale dei momenti: “Sbatte la porta a zanzariera / E il vestito di Mary svolazza”, per poi soffermarsi sulle speranze, “Stanotte correremo per raggiungere la terra promessa / Oh, oh, Strada del tuono”. Springsteen è il primo cantante americano che riesce e fissare le luci e i colori in una canzone, raccontando l’evoluzione della storia non statica ma dinamica. In Italia solo Domenico Modugno aveva fatto altrettanto.

Più ermetica è “Meeting Across The River”, che giunge a tematiche losche: “Devo procedere attraverso il tunnel / abbiamo ottenuto un incontro con un uomo dall'altra parte”, per poi addurre qualche generica spiegazione: “Tutto quello che devi fare è credere nella nostra fine / Qui con questa roba in tasca / deve sembrare che stai portando un amico / E ricorda, non sorridere / Cambia la tua camicia, perché stasera abbiamo ottenuto qualcosa”.

Night. L’eroismo diventa qui quotidiano, ossia continuare il lavoro faticoso della giornata, “dalle nove alle cinque e in qualche modo / riesci a sopravvivere fino alla notte”. Solo nella figura di una donna il protagonista riesce a trovare il senso alla spossatezza: “Arrivi tardi al lavoro e il capo ti manda al diavolo / Finché sei fuori allo scoccare della mezzanotte / A perdere il tuo cuore per una bella ragazza / E allora ti senti bene, mentre chiudi la porta di casa / Spegni le luci ed esci incontro alla notte”.

Jungleland. La violenza torna in “Jungleland”, dove “seduta a piedi nudi sul cofano di una Dodge / una ragazza beve birra calda sotto la soffice pioggia estiva”, mentre un ambiguo personaggio chiamato Ratto “si arrotola i pantaloni / Insieme danno una pugnalata al romanticismo e scompaiono giù a Flamingo Lane”. Il finale non è ottimista, poiché “Al di fuori della strada in fiamme c’è un vero e proprio valzer di morte (...) nel rapido fuggire della notte raggiungono il loro momento / E provano a fare una posizione onesta ma finiscono feriti, neanche morti”.

Born to run. La canzone che dà il titolo all’album evoca una cesura con il passato, inteso come momento da dimenticare: “Dobbiamo fuggire finché siamo giovani / Perché i vagabondi come noi, tesoro, sono nati per correre”. Poche persone possono decidere di allontanarsi, perché “le autostrade sono piene di eroi distrutti / Alla guida della loro ultima possibilità”. E così il protagonista chiede a Wendy di aiutarlo: “fammi entrare, voglio essere tuo amico / Voglio proteggere i tuoi sogni e le tue visioni / Accavalla le gambe su questi sedili di velluto / E afferra con le mani i miei motori”. Essendo lui un “viaggiatore spaventato e solo”, solo con la certezza di un aiuto si riesce a fuggire: “Voglio sapere se il tuo amore è selvaggio / Ragazza, voglio sapere se l'amore è vero”. I due insieme sopporteranno la tristezza, perché il viaggio da percorrere è più complicato del previsto; “Un giorno ragazza, non so quando, arriveremo in quel posto / Dove davvero vogliamo andare / E cammineremo al sole / Ma fino ad allora i vagabondi come noi / sono nati per correre”.

L’album, con una cover che mostra Bruce Springsteen con un giubbino in pelle e chitarra Fender Telecaster fu un successo di critica e pubblico. Uscito il 25 agosto del 1975, nel 2000 risultava aver venduto sei milioni di copie negli Stati Uniti.

© Riproduzione riservata



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