Antica Roma: le analogie con il 'nostro tempo' e il significato dei mesi del calendario
Daily / News - 30 January 2014 19:00
La riforma giuliana del 46 a.C. fissò l'inizio dell'anno il 1° gennaio. I nomi dei mesi derivano dall'antico calendario romano
‘Tra un rinvio e l’altro la vita se ne va. Niente ci appartiene, solo il tempo è nostro. La natura ci ha reso padroni di questo solo bene, fuggevole e labile’, con queste parole, scritte da Seneca nella raccolta di 124 lettere ‘Epistulae morales ad Lucillum’ (Lettere morali a Lucillo), viene esaltato il valore del tempo e si invita ad usarlo nel miglior modo possibile. Il tempo non si è mai fermato, ma ad un punto del suo passare l’uomo ha avvertito l’esigenza di dividerlo. In questo articolo si racconta la nascita del calendario giuliano, promulgato da Giulio Cesare nel 46 a.C..
Secondo le testimonianze, per elaborare il calendario giuliano, Giulio Cesare si rivolse a Sosigene di Alessandria, un astronomo greco vissuto nel I° secolo a.C. (a lui si deve l’introduzione delll’anno bisestile). Lo scrittore romano Plinio il Vecchio attribuisce all’astronomo anche il calcolo dell’elongazione di Mercurio dal Sole. Sosigene sarebbe stato molto legato alla regina egiza Cleopatra, la quale lo presentò a Giulio Cesare.
Calendario giuliano, è basato sul ciclo delle stagioni (calendario solare), e fu promulgato da Giulio Cesare nel 46 a.C. Da qual momento divenne il calendario ufficiale di Roma e di tutti i suoi dominii. Con il passare del tempo, fu usato anche in tutti i Paesi d’Europa e d’America.
La riforma giuliana del 46 a.C. riprese il calendario egizio riformato dal decreto di Canopo e fissò l’inizio dell’anno il 1° gennaio (prima era il 1° marzo). I nomi dei dodici mesi del calendario giuliano derivano dall’antico calendario romano. Successivamente gli imperatori introdussero alcune modifiche: Ianarus è il mese dedicato a Ianus, dio bifronte, che simbolicamente segnava il passaggio dall’anno precedente a quello successive; Februarius, mese nel quale si praticava la purificazione dei campi prima della coltivazione, il nome deriva da februa (purificazione); Martius, mese dedicato a Marte, dio della guerra; Aprilis, dal latino aperire (aprire); Maius, dedicato a Maia, dea della fertilità; Iunius, dedicato a Iuno, ovvero Giunone; Iulius, mese che fu dedicato a Giulio Cesare nel 44 a.C.; Augustus, mese dedicato all’imperatore Ottaviano Augusto; September, ovvero il settimo mese dell’antico calendario di Romolo; October, ottavo mese del calendario di Romolo; November, nono mese del calendario di Romolo; December, decimo mese del calendario di Romolo. Le settimane divise in sette giorni, ognuno della durata di 24 ore. Il giorno iniziava a metà della notte (mezzanotte), a differenza dei babilonesi (al levarsi del sole) e dei greci (al tramonto). Nell’interessante opera di Jerome Carcopino intitolata 'La vita quotidiana a Roma', si evidenzia come ‘le analogie tra il tempo dell’antichità romana e quello dell’epoca nostra finiscono a questo punto’. Per quel che riguarda le ‘ore’, il fatto che quelle della giornata romana abbiano lo stesso nome e la stessa durata delle ‘nostre’, non sta a significare la stessa realtà. Carcopino ci spiega come ‘parola e cosa erano un’invenzione dei greci, legata alla misurazione che verso la fine del v secolo a.C. avevano imparato a fare in base alle distanze del Sole nel suo cammino apparente attraverso il cielo’. Soltanto due secoli dopo gli ateniesi, i romani iniziarono a sentire il bisogno di contare le ore di una giornata.
Sostituzione, il calendario giuliano fu sostituito dal calendario gregoriano, che prende il nome da papa Gregorio XIII, che lo introdusse nel 1582, con la bolla papale Inter gravissimas. Entrò subito in vigore in Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Polonia-Lituania e Belgio-Olanda-Lussemburgo.
© Riproduzione riservata