Amos Gitai, Cronache di un assassinio annunciato: la mostra

Cinema / News - 13 March 2016 18:00

Dall'11 Marzo al 5 Giugno, il "MAXXI" ospiterà la mostra del grande artista Amos Gitai con "Chronicle of an assassination foretold" a cura di Hou Hanru.

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Film Nomadland - video

Si è aperta, dall'11 Marzo fino al 5 Giugno di quest'anno, la mostra di Amos Gitai presso il “MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo”. Il “MAXXI” è la prima istituzione nazionale dedicata alla creatività contemporanea. Il Museo è gestito da una Fondazione costituita nel Luglio 2009 dal “Ministero per i Beni e le Attività Culturali” presieduta da Giovanna Melandri e diretta artisticamente da Hou Hanru. Il “MAXXI” si divide in quattro dipartimenti (Architettura, Arte, Educazione e Sviluppo) siti nel quartiere “Flaminio” di Roma. Oltre ad essere un luogo di conservazione ed esposizione il museo è un laboratorio di sperimentazione e innovazione culturale, di studio, ricerca e produzione di contenuti estetici del nostro secolo.

Fra le tante mostre che ospita il museo ora il MAXXI” ha deciso di esporre alcuni dei lavori di Amos Gitai, un architetto, un artista e uno dei registi più conosciuti e stimati al mondo.
Vive e lavora nello stesso luogo in cui è nato ovvero Israele. Il suo lavoro s'interroga sull'identità, la memoria e la storia in relazione al destino del suo paese e dei territori confinanti. Con i propri film Gitai stimola una profonda riflessione sul passato e sul presente, sulle modalità di trasmissione della memoria e sul ruolo dell'arte, proiettando gli spettatori in una coinvolgente esperienza collettiva. L'artista, dunque, rivolge uno sguardo molto personale e intenso a un area assai inquieta del mondo pur mantenendo un approccio globale creando connessioni specifiche con i suoi film.

L'ultimo film di Amos GitaiRabin, the Last Day” è stato presentato alla settantaduesima “Mostra del Cinema di Venezia”. Per questo il “MAXXI” detiene in mostra cinque proiezioni video, tra cui alcuni estratti del film, fotografie e documenti che ne raccontano la realizzazione, tutto arricchito da una suggestiva scenografia fatta di camere oscure con per terra sagome di omicidi stilizzati.
L'artista attraverso la mostra vuole affrontare il tema del rapporto fra la democrazia e l'acuirsi del fenomeno della violenza politica. Infatti il film racconta proprio l'assassinio al primo ministro israeliano Yitzhak Rabin, sabato 4 Novembre 1995, per mano di un ebreo ultraortodosso. Uno dei padri fondatori dello Stato di Israele, grande uomo politico che cercò in ogni modo di conciliarsi con il popolo palestinese e ucciso al termine di una grande manifestazione politica a Tel-Aviv.
La mostra, quindi, vuole ricordare tutto ciò attraverso l'opera geniale dell'artista Amos Gitai.

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