American Pastoral, la simulata vita benestante nel film di Ewan McGregor
Cinema / News - 17 October 2016 07:30
Ewan McGregor è attore e regista di "American Pastoral", film tratto dl romanzo di romanzo di Philip Roth.
American Pastoral è il film di Ewan McGregor, in uscita il 20 ottobre 2016. Nel cast ci sono lo stesso McGregor, Jennifer Connelly, Dakota Fanning, David Strathairn e Uzo Aduba, ed la sceneggiatura è tratta dall’omonimo romanzo di Philip Roth.
La trama è ambientata negli anni ’60 nel New Jersey e segue Seymour Levov, chiamato "lo Svedese”: ha una vita di successo, sia economicamente che dal punto di vista personale, con una bambina, Merry a lungo desiderata. Merry ha l’unico difetto di balbettare: mentre si svolge la Guerra del Vietnam, con disordini razziali che distruggono il centro di Newark, Merry diventa ribelle e politicizzata e si unisce all'organizzazione politica di estrema sinistra dei Weathermen. La "vita pastorale" di Levov è distrutta quando Merry compie un attentato dinamitardo contro un ufficio postale. Una persona muore, lei si dà alla fuga.
Per il romanzo “American Pastoral” Philip Roth vinse il Premio Pulitzer per la narrativa del 1998, la complessità dei caratteri rappresentati è descritta dallo stesso Ewan McGregor: “La famiglia raccontata è molto dinamica, come le relazioni tra i membri. Tutto è molto connesso, e il gesto della figlia rompe questa coesione”.
La modificazione subita dal protagonista Seymour è anche sociale: in un dopoguerra in piena espansione, tra ottimismo e innocenza lui rappresenta l’emancipazione statunitense, avendo ereditato milioni di dollari grazie alla fabbrica di guanti di suo padre. Anche l’ambientazione è forzatamente di lusso, nel tranquillo quartiere di Rimrock, nel New Jersey. Un modello rappresentato anche in serie televisive recenti, come “Mad Men”. Da pilastro della sua comunità, capo caritatevole e devoto padre di famiglia diviene così vittima giudicata. Seymour non ha quindi solo l’obbiettivo di trovare Merry - ora latitante - ma anche ripristinare il Levov originario.
Il produttore Gary Lucchesi afferma di avere sempre voluto realizzare un film sul rapporto tra figlia e padre: “Ho letto la sceneggiatura, ho pianto - dice - sapevo che dovevo farne un film, in un modo o nell’altro. Amo i drammi sugli esseri umani che possano riguardare ognuno”. Anche il produttore Tom Rosenberg è stato colpito dalla figura di Seymour, uomo che “trascorre la sua vita cercando di riavere la figlia, non credo che si arrenderà mai. Niente lo può fermare”.
Lo sceneggiatore John Romano ha lavorato sull’estensione temporale della storia, che copre uno dei periodi più vertiginosi della transizione americana, tra grandi eventi storici e il loro intreccio con la vita privata di una famiglia: “Philip Roth stava guardando la famiglia e le radici psicologiche della rivolta giovanile - afferma - La sua attenzione, e quindi la nostra attenzione, è l'esperienza umana”. Romano ha voluto essere fedele al libro, ma nella sceneggiatura sono subentrate modifiche strutturali per via del maggiore ritmo necessario al cinema: “Si tratta di esseri umani, di un genitore che ha una famiglia con problemi. I temi non sono d'epoca. Sono senza tempo”.
La decisione di Ewan McGregor di dirigere il film è nata dall’esigenza di raccontare una storia vera: "Ho voluto avere una storia che ero costretto a narrare. L’opportunità di dirigere è stata entusiasmante”. Sulla collaborazione con Jennifer Connelly, afferma: “lei è un’attrice incredibile. Il suo ruolo è complicato, mostrando una pluralità di atteggiamenti”.
La medesima attrice è una fan del romanzo: “Il personaggio che interpreto proveniva da una famiglia che lavorava nell’agricoltura. Si sentiva come a casa a Old Rimrock. Quando era giovane allegra, amava essere nei campi con sua figlia", afferma.
Dal punto di vista iconografico, essendo diversi gli anni raccontati c’è stata una modificazione anche fotografica. Ewan McGregor ha lavorato a stretto contatto con un team guidato dal direttore della fotografia Martin Ruhe, lo scenografo Daniel B. Clancy e la costumista Ann Lindsay McKay. “I colori vivaci dominano la tavolozza all'inizio del film, rispecchiando le speranze brillanti del dopoguerra - conferma il regista - Dopo che la bomba lacera l'ufficio postale, i colori cominciano a defluire, in parallelo con il cambiamento nel destino dello Svedese”. La scenografia si è ispirata a Edward Hopper, noto per i suoi ritratti realisti e iconici della metà del secolo, tra misteri lunatici e desiderio.
Recenti serie televisive come “Desperate Housewives” hanno raccontato in maniera umoristica la paura del cambiamento della società. La pastorale è ancora attuale.
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