La Passione: Nessun Film In Tempo Di Crisi
Cinema / News - 24 September 2010 06:19
Venezia - Quello di Carlo Mazzacurati sembra rappresentare la rivincita del cinema italiano all'incombenza di quello americano del Festival di Venezia. Anche in sala gli spettatori hanno sorriso alla varie manie del protagonista, un regista che da anni non dirige e che si trova in un paesino fiorentino a rappresentare la passione di Cristo.
Quando Gianni Dubois deve andare sul pianerottolo di una casa per telefonare e fare la fila con altri conversatori, il tutto è ironico. Quando si rifugia presso un'affittacamere che con accento nordico accenna ad un sesso estremo, il tutto è ironico. Quando al cellulare con il produttore finge di raccontare la tram del nuovo film, e per trovare uno spunto tesse una storia in base a ciò che gli capita intorno, il tutto è ironico. Anche la crisi esistenziale nel realizzare un film è a su modo comica, proprio perché favorita dalle contingenze esterne (la penuria di soldi, il timore di essre denunciato dal sindaco del paese).
Ma perché lui è in crisi: solo per i soldi. È possibile che la crisi del cinema italiano sia solo causata dalla mancanza di ispirazione di un regista? Ed è possibile che questa difficoltà nasca solo da contingenze materiali? La crisi di Gianni Dubois è in definitiva la stessa di Guido in 8 e ½ di Federico Fellini, ripresa nel recente musical di Bob Marshall. Ma in Fellini non un evento economico minava l'ispirazione: insomma non era nella penuria sul conto corrente. Era altro, era l'amante, il ricordo del passato, la difficoltà di staccarsi dalla madre. Qui invece il tutto è visto con la sagacia della crisi economica, quasi a sottolineare che la cattiva congiuntura di capitali non porta a girare un film. E solo con i mezzi umili, come quelli trovati per la rappresentazione della Passione di Cristo nella festa di paese, si esce da questa impasse. Fuori di metafora: il cinema deve tornare a raccontare con umiltà, con un pauperismo creativo in sintonia con i tempi.
È un discorso complesso quello di Mazzacurati, che esigerebbe una forma narrativa composita: in parte attuata, grazie alla presenza di ben quattro sceneggiatori (oltre il regista, Umberto Contarello, Doriana Leondeff e Marco Pettenello). In parte trascurata, proprio per ubbidire alle esigenze di spettacolo: se il film dovrebbe essere una commedia, non ci riesce proprio perché racconta una vicenda in sé troppo tormentata. E il finale idilliaco smorza certo i toni brillanti.
La difficoltà del protagonista Gianni Dubois a realizzare un film intimista che però compiaccia il pubblico, è quindi alla fine la stessa di Mazzacurati.
Su tutti svetta l'interpretazione dolente e beffarda di Silvio Orlando e quella dimessa di Kasia Smutniak. La fotografia pittoresca di Luca Bigazzi offre poi una visione positiva della vicenda, quasi a sottolineare che solo all'esterno del protagonista (la natura, le piccole cose, la vita vera) si può trovare la salvezza.
LA PASSIONE. Regia: Carlo Mazzacurati. Soggetto: Carlo Mazzacurati. Sceneggiatura: Carlo Mazzacurati, Umberto Contarello, Doriana Leondeff, Marco Pettenello. Interpreti: Silvio Orlando, Giuseppe Battiston, Corrado Guzzanti, Cristiana Capotondi, Stefania Sandrelli, Kasia Smutniak, Maria Paiato, Marco Messeri, Giovanni Mascherini, Fausto Russo Alesi. Fotografia: Luca Bigazzi. Musiche: Carlo Crivelli. Produzione: Fandango, Rai Cinema. Genere: Commedia. Durata: 105 minuti. Nazione: Italia. Anno: 2010. Distribuzione: 01 Distribution.Uscita in sala: 24 settembre 2010. Sito: http://www.ivid.it/lapassione/ , http://www.01distribution.it/
© Riproduzione riservata