Ben Stiller dirige I sogni segreti di Walter Mitty, nuovo film da un racconto del 1939
"The Secret Life of Walter Mitty" di James Thurber è racconto da cui prende spunto il nuovo film di Ben Stiller.

Ben Stiller pur se non adatto alla regia ha scelto un capolavoro della letteratura americana , “The Secret Life of Walter Mitty” di James Thurber per tornare dietro la macchina da presa dopo “Tropic Thunder” (2008).
Il racconto originale narra di Walter Mitty, un uomo che per fuggire dalla propria monotonia vaga con l’immaginazione, tra i momenti in cui fa la spesa con la moglie o l’accompagna al salone di bellezza. Walter vive cinque episodi eroici ad occhi aperti, che sono anche la rappresentazione impossibile del sogno americano. Nel primo caso è un pilota dell’idrovolante US Navy durante una tempesta; poi è un chirurgo, che segue un importante intervento. Poi lo troviamo in un tribunale, mentre testimonia contro un assassino; è un pilota del Royal Air Force, in una missione suicida tesa a bombardare un deposito di munizioni. Alla fine Walter è di fronte ad un plotone di esecuzione. In questi sogni è interrotto dalla moglie, la quale spesso gli chiede di ricordarle cosa debba comprare al supermercato.
Il racconto non è lungo e fu pubblicato sul The New Yorker nel 1939, sancendo il successo di James Thurber. Il momento più concitato è quello dell'operazione chirurgica, quando Walter riceve i complimenti per il libro sugli streptothricoris. Poi il lavoro incede, "Andiamo avanti con l'operazione” fa un infermiere. Walter indossa “i guanti sottili” e gli infermieri gli consegnano gli attrezzi. La malattia del paziente è orribile, ossia una coreopsis: il termine è entrato nel gergo americano, anche se la patologia è inesistente.
Trasposto al cinema nel 1947 da Norman Z. McLeod e a teatro, “The Secret Life of Walter Mitty” echeggia un surrealismo che in Italia nello stesso periodo era appannaggio di Dino Buzzati: non era solo l’evasione dalla condizione della guerra, ma anche l’allucinazione che estranea dalla realtà, così come lo stesso Marcel Proust aveva anticipato ne “La Recherche”. Una condizione che si adatta al periodo attuale, dove almeno al cinema imperversano storie di evasione totale, così come nelle saghe tratte dai fumetti, da “The Avengers” a “Batman” a “Superman”. Stavolta la produzione è della Red Hour - dello stesso Stiller - con Samuel Goldwyn Films assieme alla 20th Century Fox, con protagonisti anche Kristen Wiig, Shirley MacLaine, Patton Oswalt, Adam Scott, Kathryn Hahn e Sean Penn.
Secondo il neurologo Ramachandran lo stesso scrittore Thurber potrebbe aver avuto la sindrome di Charles Bonnet, ossia una condizione che provoca allucinazioni vivide e bizzarre. Considerando che il racconto inizia e termina con scene della vita immaginata, l’ipotesi potrebbe essere che sia questa quella reale: “Poi, con quel debole, fugace sorriso giocando sulle sue labbra, si trovò di fronte al plotone di esecuzione, eretto e immobile, fiero e sprezzante. Walter Mitty l'imbattuto, imperscrutabile fino all'ultimo”.
Al seguente link è possibile leggere il racconto.
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