Recensione Blondie, la catarsi dei conflitti familiari

Cinema / News - 03 September 2012 07:20

Jesper Ganslandt nel suo film ci porta nel vivo delle vicende di una famiglia svedese, composta da madre e tre figlie, sull'orlo di una catarsi individuale e familiare.

image
  • CONDIVIDI SU
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon

Laura Pausini - video

E' stato presentato ieri alla 69° Mostra del Cinema di Venezia, nell'ambito delle Giornate degli autori, il film svedese Blondie, del giovane regista Jesper Ganslandt.

Il film si svolge per la maggior parte della sua durata nella grande casa di campagna della mater familias Sigrid, interpretata egregiamente da Marie Göranzon, la quale in occasione dei festeggiamenti per il suo settantesimo compleanno riunisce le sue tre figlie ormai lontane.

Il compleanno però si trasforma in un detonatore di conflitti, gelosie e insoluti familiari. Le tre figlie infatti, molto diverse tra loro e in preda a profonde crisi personali, riaprono inevitabilmente vecchie ferite frutto di incomprensioni e torti subiti, in un contesto familiare dominato dall'ingombrante presenza materna.

La catarsi passerà attraverso scontri esasperati, come quando la secondogenita, durante la festa di compleanno della madre, appiccherà il fuoco agli oggetti-ricordo della sorella maggiore, per arrivare dopo un'improvviso malore della madre ad un finale di rinascita dalle proprie ceneri familiari e personali.

Pur non eccellendo in termini di originalità narrativa il film di Ganslandt riesce a veicolare con molta forza ed efficacia la “violenza” e il dolore che solo certi sentimenti e insoluti familiari possono trasmettere. L'affresco tutto al femminile che ne viene fuori conferma la capacità del cinema scandinavo di rappresentare al meglio le dinamiche positive e negative che scaturiscono dai rapporti familiari e parentali e le indubbie capacità del già premiato regista svedese.

© Riproduzione riservata



Seguici su

  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon