Sanremo 2012, da Emma Marrone a Chiara Civello il meccanismo dell’eliminazione in tempo di crisi
Ieri alla seconda serata del Festival di Sanremo quattro sono stati gli eliminati.

Ieri alla seconda serata del Festival di Sanremo quattro sono stati gli eliminati. È dispiaciuta l’esclusione della briosa Irene Fornaciari con Il mio grande mistero, che gettava una ruspante modernità; allo stesso modo era innovativa la presenza dell’amore bohemien di Pierdavide Carone per una prostituta in Nanì; più prevedibile era l’eliminazione di Gigi d’Alessio e Loredana Bertè con Respirare, con un testo che pur nella modernità era minato dalla strana coppia che lo cantava; avanguardista alo stesso modo erano i Marlene Kuntz con Canzone per un figlio, portano lo stile rock su un palco tradizionalista. Dei quattro eliminati due saranno ripescati per la serata finale.
\r\nSanremo 2012 è un festival in bilico tra esplosione dello show e concentrazione di canzoni. Mentre nella prima serata ha colpito l’ora di Celentano, che ha surclassato le canzoni, mentre nella serata di ieri sera la concentrazione sonora è stata predominante.
\r\nProseguono quindi nella gara Dolcenera con Ci vediamo a casa ha sancito la maturazione della sua carriera, tra intimismo e esposizione fiera; Samuele Bersani con Un pallone è apparso meno impegnato socialmente, con un testo che generalizza una ipotetica crisi economica e la risolve in speranza; Nina Zilli con Per sempre pone la fiducia ancora nell’amore, con un’interpretazione versatile che oscilla tra il rimpianto degli anni ’60 e una ricercata modernità; Emma Marrone con Non è l’inferno propone un testo scaltro che indaga sulle difficoltà economiche del periodo storico attuale, reso più cantabile dalla sua espressività; i Matia Bazar con Sei tu solcano la classicità melodica cantando ancora della speranza riposta dell’affetto; anche Noemi con Sono solo parole si affida all’amore, con dei versi che pongono fine al rimpianto affidati al suo carisma; Francesco Renga continua con il proprio stilnovismo che stavolta si concentra sulla bellezza della donna (dopo Angelo nel 2005 che si raccoglieva sulla nascita di un bambino); innovativa è la presenza ci Arisa con La notte, che dopo la ludica Sincerità (2008) si chiude nella camera a far vagare i pensieri; spaesante è Chiara Civello (artista jazz) con Al posto del mondo che esordisce al Festival, con un testo che si colloca a metà tra il sociale e il sentimentale; infine Eugenio Finardi, che con E tu lo chiami Dio propone un’inusuale composizione a sfondo religioso in cui compare il tema dell’umiltà come unico modo di salvarsi.
\r\nTra i giovani, da segnalare è l’interpretazione di Erica Mou con Nella vasca da bagno del tempo; “voglio diventare vecchia / con le rughe tatuate” cita, seduta su uno sgabello mentre solca le corde di una chitarra. Una semplicità che in tempo di crisi aumenta le probabilità della sua vittoria.
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