Recensione film Beastly: la mostruosità diventa quotidiana
Cinema / News - 13 May 2011 09:59
La rivisitazione moderna de La bella e la bestia
Recensione Beastly: la mostruosità diventa quotidiana. Beastly è tratto dall’omonimo romanzo di Alex Flinn. Kyle è un giovane newyorkese che ha un atteggiamento presuntuoso e spavaldo: quando subisce un incantesimo, il volto viene deturpato riservandogli sembianze bestiali. La strega che lo ha reso così lo ammonisce, dicendogli che se entro un anno non troverà qualcuno che sappia vedere nel suo aspetto interiore, resterà sfigurato.
Nonostante il The Times lo abbia classificato tra i 50 migliori film del 2010, il film in Usa non ha ricevuto critiche entusiaste. La trama ha una evidente capacità di suscitare appeal, come in tutte le narrazioni in cui una deformazione fisica costringe a mutare i rapporti umani (basti pensare a L’uomo senza volto – 1993 - di Mel Gibson o più addietro il romanzo Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde).
Questa facilità narrativa è però ben ancorata ad una evoluzione dei fatti credibile, soprattutto dovuta alla volontà di Kyle di mostrarsi in pubblico, nonostante la sua deformità, senza girovagare sempre con un cappuccio claustrale. E i rapporti umani quindi si modificano lentamente ma quasi con noncuranza, tanto che alla fine nessuno si accorge quasi più che lui sia anormale.
E il cast composto da Alex Pettyfer, Vanessa Hudgens e Mary-Kate Olsen ben alimenta questo senso di estraneità reso quotidiano, soprattutto attraverso una storia d’amore che fa aumentare i palpiti dei giovani: gli stessi che attendono Breaking Down.
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