‘The Man Who Killed Don Quixote’, Terry Gilliam promette che il film arriverà nel 2018

Cinema / Fantasy / News - 27 December 2017 15:00

Dopo vent’anni di tentativi e false partenze, il regista è finalmente riuscito a portare a termine il progetto

image
  • CONDIVIDI SU
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon

Film Twisters - video

Sembra incredibile, ma è da quasi vent’anni che Terry Gilliam cerca di realizzare “The Man Who Killed Don Quixote” (letteralmente, “L’uomo che uccise Don Chisciotte”). I contrattempi e gli imprevisti sono stati tanti e tali, che non sarebbe poi così esagerato definirlo un film “maledetto”.

La trama viene descritta in poche righe su IMDB: un pubblicitario comincia a saltare avanti e indietro nel tempo, tra la Londra del XXI secolo e la Spagna del ‘600; qui fa la conoscenza di Don Chisciotte, che lo scambia per il suo fido Sancio Panza.

In una recente intervista al New York Times, Gilliam ha dichiarato che il montaggio del film è quasi ultimato, ma la strada è ancora lunga: per lui e il suo team si prospettano mesi di lavoro dedicati agli effetti speciali, al sonoro, alle musiche, ma il regista si dice soddisfatto del suo progresso. “Cerco sempre di non essere troppo ottimista o entusiasta riguardo al mio lavoro, mi piace restare un po’ cinico, mantenere una certa distanza. Quando ti innamori di qualcosa, è doloroso se poi non fa lo stesso effetto agli altri. Ma le persone che l’hanno visto finora hanno detto, ‘Ce ne siamo innamorati’. Vediamo se hanno ragione.”

Il primo tentativo di girare “The Man Who Killed Don Quixote” risale al 1998, quando Gilliam era reduce dal successo de “L’esercito delle 12 scimmie”. Johnny Depp (che poi avrebbe collaborato col regista in “Paura e Delirio a Las Vegas”) era stato scelto per interpretare il pubblicitario, mentre a Jean Rochefort era stato affidato il ruolo di Don Chisciotte. Ma poi, tutto è cominciato ad andare storto. Il documentarioLost in La Mancha” mostra come la produzione abbia dovuto fare i conti con alluvioni, grandine, problemi di location, e un infortunio che ha messo completamente fuori gioco Rochefort, finché non si è reso necessario sospendere le riprese.

Gilliam non si è arreso e ha ripreso i lavori nel 2008, sostituendo Depp e Rochefort con Jack O’Connell e John Hurt. Poco dopo Hurt ha scoperto di avere un cancro, e in tutta la confusione è stata anche diffusa la notizia che Gilliam fosse morto. Tutto da rifare, per l’ennesima volta. Nel 2016 il regista ha resuscitato il progetto, ma ci sono stati di nuovo dei ritardi dovuti al fatto che uno dei produttori non è riuscito a racimolare i finanziamenti che aveva promesso.

Le riprese sono finalmente iniziate a marzo 2017. Per la parte del protagonista è stato scelto Adam Driver (“Star Wars – Gli Ultimi Jedi”), mentre Michael Palin, scelto per interpretare Don Chisciotte, è stato sostituito da Jonathan Pryce. I lavori si sono conclusi tre mesi dopo, a giugno, e ora Gilliam punta a presentare il film al prossimo Festival di Cannes. Sarà Amazon Studios ad occuparsi della distribuzione.

Il “Don Chisciotte” (il cui titolo completo è “El Ingenioso Hidalgo Don Quijote de la Mancha”) è la più grande opera letteraria scritta dallo spagnolo Miguel de Cervantes Saavedra. Pubblicato in due volumi – il primo del 1605, il secondo del 1615 – è considerato uno dei massimi capolavori della letteratura tanto spagnola quanto occidentale, nonché uno dei primissimi esempi del romanzo come lo intendiamo oggi.

Cervantes dedica oltre mille pagine alle avventure di un nobile (“hidalgo”), Alonso Quixano, che dopo aver letto troppe storie cavalleresche perde il lume della ragione; adottato il nom de guerre “Don Chisciotte della Mancia”, decide di dedicare la sua vita a combattere le ingiustizie e a ripristinare i valori della cavalleria. Una delle parti più riuscite del romanzo è il contrasto tra l’idealismo pomposo e astratto di Don Chisciotte, e il pragmatismo popolano del suo scudiero, Sancho Panza.

Oggi “donchisciottesco” e “combattere contro i mulini a vento” fanno parte a tutti gli effetti del nostro vocabolario; come l’aggettivo “kafkiano”, si portano dietro tutta una serie di connotazioni e sfumature talmente specifiche da renderle espressioni insostituibili.

© Riproduzione riservata



Seguici su

  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon