Intervista al cantautore Paolo Simoni, 'Anima' è il nuovo album
Daily / Intervista - 10 February 2021 10:30
L'album vede la collaborazione di Roberto Vecchioni
Paolo Simoni ha pubblicato il nuovo album Anima, piano e voce: vede la collaborazione di Roberto Vecchioni. Il cantautore ha suonato dal vivo con Massimo Ranieri e Giorgio Conte, ha aperto il Tour Stadi di Luciano Ligabue, ha duettato con Lucio Dalla in Io sono io e tu sei tu. Nel 2013 ha partecipato al Festival di Sanremo nella categoria Giovani con il brano Le parole, con cui vince di Premio Lunezia.
Come è nato l'album Anima?
“Anima” nasce da un’esigenza profonda, quella di fare un disco minimalista e suonato. Quella di realizzarlo esclusivamente piano e voce, è stata una scelta ponderata e fortemente voluta. Volevo rimettere al centro la canzone e donare al pianoforte tutto lo spazio necessario affinché fosse il protagonista sulla scena. Per un mese abbondante mi sono rinchiuso in un teatro e abbiamo registrato su di un banco NEVE anni 70’ con microfoni valvolari. Nessun plugin e nessun editing. Con un’intenzione live registravo ogni brano fino a quando non ero soddisfatto del risultato. Se una cosa non mi piaceva la buttavo lasciando increduli i tecnici. Oggi i dischi vengono realizzati dal computer e l’uomo ne rimane succube perdendo, a mio avviso, la vera creatività trasportatrice. Questo giro ho messo io all’angolo il computer e ho lasciato parlare la musica. Il computer ha fatto solo da registratore. Gli sta bene per una buona volta!
In
una canzone c'è una collaborazione con Roberto Vecchioni. Come
è nata?
Ho
inseguito Roberto per tanto tempo. Volevo vederlo, confrontarmi e
conoscere da vicino uno dei miei miti. Un giorno mi ha ricevuto a
Milano nella giornata più calda dell’ultimo decennio italiano.
Grondavamo di sudore e fumavamo il sigaro. Momenti epici.
Gli
ho parlato del mio progetto, della mia storia e gli ho chiesto se
avesse voluto cantare con me. Lui mi ha proposto di seguirlo in tour
per aprire i suoi concerti. Ovviamente ci sono andato di corsa e
all’ultima data mi ha detto che ci saremmo rivisti in sala di
registrazione a Milano. Abbiamo cantato e dopo ci siamo accesi un bel
toscano Antica Riserva.
I
testi delle tue canzoni sono molto narrati. C'è un filo rosso che
lega le varie canzoni?
La vita. Le canzoni per me sono distillati di vita. Per scrivere bisogna vivere. Bisogna vivere veramente. La vita bisogna berla. Una volta digerita le canzoni si scrivono da sole. C’è un mistero dietro. Non bisogna indagare troppo.
Hai
aperto i concerti di Luciano Ligabue, Francesco De Gregori. C'è un episodio curioso
accaduto?
Ligabue
è un persona di gran cuore. Per il mio secondo album mi ha messo a
disposizione il suo studio e parte del suo staff. Condividiamo lo
stesso manager Claudio Maioli. Correggio è un po’ la mia seconda
patria artistica. Ricordo che mi diedero le chiavi e il codice
dell’allarme per lavorare in autonomia senza essere disturbato.
Sentivo una grande responsabilità ma anche una fiducia da parte loro
che ho cercato di onorare in tutti i sensi.
De
Gregori, dopo la serata al Forum di Assago, lo ritrovai in albergo.
Mentre facevo il check-in alle due di notte sentii l’ascensore
aprirsi. Era lui. Mi disse: “Questo è il momento delle verità”.
Mi chiese se avessi voglia di bere un bicchiere di rosso. Ci sedemmo
nella hall tutta buia con solo una lampada accesa e il barista un po’
scocciato per l’orario. Conversammo prima di darci la buona notte.
Ricordo ancora il suo: “Paolo ti auguro tanta, tanta fortuna”.
Momenti epici, anche qui.
Hai
scritto "Lettera" interpretata da Gianni Morandi. Come
è nata la collaborazione?
Claudio
Maioli, che seguiva l’operazione del disco “D’amore d’autore”,
mi chiese un brano per lui. Risposi con quella canzone. Con Gianni ci
incontrammo a casa di Claudio a Correggio. Mangiammo le susine
dall’albero in giardino e parlammo un po’. Seguii l’operazione
anche in studio. Ero lì durante la registrazione. Me lo chiese
espressamente. Un uomo di un'altra epoca. Un signore.
Qual
è il tuo prossimo progetto?
Il progetto iniziale legato ad “Anima” era quello di fare concerti. Intimi, nei club o in luoghi consoni a musica di questo tipo. Causa covid chiaramente non mi è possibile, ma nel frattempo ho attrezzato il mio studio per dirette live. Per ora così, poi si vedrà. Poi come sempre scrivo e lascio la mia porta aperta a chi vuole passare da qui.
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