Il paradiso delle signore, intervista all’attore Enrico Oetiker

Tv / Intervista - 08 October 2018 10:00

image
  • CONDIVIDI SU
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon

Film Champions - video

Il paradiso delle signore è la fiction che va in onda dal 2015 su Rai Uno. Ambientata a Milano nel 1957 - e ispirata al  romanzo di Émile Zola Al paradiso delle signore - racconta vicende imperniate sull’apertura di un negozio di abbigliamento che porta il nome della fiction, intorno a cui si concentrano ambizioni e delusioni. 


Fiction Il paradiso delle signore


La terza stagione va in onda nel formato soap-opera in 180 puntate. Uno dei protagonisti è Riccardo Guarnieri (Enrico Oetiker), un giovane  in bilico tra le imposizioni  paterne e il desiderio di evasione: il padre appartiene ad una ricca famiglia milanese, che fa un prestito a Vittorio Conti - migliore amico del fondatore del negozio Pietro Mori ora deceduto - con l’obbiettivo di riaprire il Paradiso delle signore. Mauxa l’ha intervistato. 

Da quest’anno la fiction è diventata una soap-opera, con puntate quotidiane. C’è qualche episodio curioso avvenuto durante i molti mesi di riprese?

Avendo innumerevoli scene a ritmi molto serrati, spesso capita di “smorzare”. Sia fra noi attori che col resto della troupe si è creata un’atmosfera familiare e talvolta goliardica. Specialmente con Neva Leoni, Alessandro Tersigni e Giorgio Lupano ci ritroviamo a ridere a crepapelle sino all’attimo prima dell’azione. Ci sono tante personalità diverse e nei nostri incontri-scontri sono talmente tanti gli episodi curiosi che non saprei da dove cominciare. 

Ce n’è uno che puoi raccontarci?

In una scena con Giorgio Lupano, che interpreta il padre di Nicoletta (il ragioniere Luciano Cattaneo, n.d.r.), è venuto spontaneo da parte sua darmi uno schiaffone - peraltro vero e decisamente forte- che poi abbiamo tenuto perché funzionava molto. A volte tocca soffrire per amor dell’arte...


Hai lavorato al film “In Search of Fellini”, che ancora non è uscito in Italia. Quale personaggio interpreti?

Il film racconta dell’odissea di una giovane e ingenua ragazza americana che scoprendo per caso la filmografia di Fellini, si imbarca in un’avventura che la porterà in giro per l’Italia. Io interpreto Pietro, un artista di Verona che vive alla giornata, armato di grande cuore e le migliori intenzioni. I due si incontrano e scoppia un idillio che li condurrà a dividersi per poi ritrovarsi. Questo film, a mio avviso un gioiello, è una delle esperienze che porto nel cuore. Vive del realismo magico felliniano, camminando in equilibrio instabile sul filo sottile fra realtà e favola. La fotografia è meravigliosa, il racconto delicato, ed io non posso che essere onorato di aver preso parte a un progetto così appassionante, ed appassionato.

Hai recitato  nella alla serie Alex & Co. Cosa pensi di questo genere adolescenziale che si comincia a produrre anche in Italia?

Credo sia importante anche per l’Italia essere presente fra le serialità adolescenziali che spopolano in tutto il globo. Alex & Co. è stato un successo grandioso, ed ha dimostrato a gran voce che la presenza dell’Italia in questo genere non solo è possibile, ma garantisce qualità e  grande impatto commerciale. Poi, parlando personalmente, lavorare per Disney è una di quelle opportunità che da piccolo mi limitavo a sognare. Aveva ragione Walt Disney quando diceva “se puoi sognarlo, puoi farlo!”

Hai una serie tv preferita? 

Ammetto di non essere un grande fruitore di serie televisive, sono abituato al teatro ed al cinema. Però vedo che la tendenza a livello mondiale è evidente: le serie, oltre ad essere il futuro dell’audiovisivo, aumentano di qualità giorno dopo giorno. Sono sempre più i grandi attori e registi che si cimentano in questi prodotti, e la resa finale è ovviamente splendida. Fra le serie internazionali ho amato particolarmente True Detective, OA, e The Office. Fra quelle italiane, mi ha colpito per l’audacia e la libertà la serie Rocco Schiavone, con un Giallini magistrale.

Hai lavorato anche alle clip musicali "Tira" di Roy Paci e "Devotion" di Mario Biondi. Quali sono le tue preferenze musicali?  

 In fatto musicale mi ritengo un “onnivoro”. Se qualcuno entrasse in possesso della mia playlist penserebbe a un caso di bipolarismo, o multi personalità. Spazio dalla classica al rap, dall’elettronica al blues. La musica è una costante nella mia giornata: di sottofondo mentre studio, per darmi la carica quando mi alleno, aiutando la mia concentrazione prima di entrare in scena. Una giornata intera senza musica per me non solo è un’utopia, ma anche qualcosa che mi terrorizza.

Qual è il tuo prossimo progetto?

Sto preparando un grande progetto del quale non posso ancora dire nulla. Nel mentre sto preparando un cortometraggio e  - mi perdonerà il mondo del teatro - sto scrivendo uno spettacolo teatrale. 


© Riproduzione riservata



Seguici su

  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon