Intervista A Piero Sidoti Premio Tenco 2010
Daily / Intervista - 28 January 2011 06:40
Piero Sidoti risponde alle domande di Mauxa
Mauxa incontra il cantautore Premio Tenco 2010 ed entra con lui nella poetica concreta di chi è in attesa ma intanto lotta.
Incontriamo il cantautore udinese Piero Sidoti dopo aver assistito al suo spettacolo romano presso l'Auditorium di Roma il 10 dicembre scorso. Prima che le luci di Natale e l'odore dell'anno nuovo si facessero vedere e sentire la piccola, ma incantevole sala del Teatro Studio ha dunque accolto questo cantautore che è arrivato da poco alla ribalta nazionale ma che ha già vinto e dimostrato tanto.
Sidoti parte infatti da Castrocaro, dove arriva finalista, per poi arrivare al Premio Recanati. Nello stesso anno, il 2004, ha vinto il Premio l'artista che non c'era e il Premio Fabrizio De André come "miglior poesia in musica" e "miglior cantautore". Nel 2005 è stato premiato come miglior artista non prodotto al Festival Domenico Modugno.
In questi anni si avvale anche della collaborazione con l'attore Giuseppe Battiston, col quale realizza lo spettacolo Pagine a due in musica, presentato anche alla rassegna Milano Oltre (2000) e il più recente Particelle (2007-2008 con una ripresa nel 2009/10). Collaborazione artistica che aggiunge qualità e impegno alla sua produzione.
Il disco con cui debutta a livello nazionale nella distribuzione, Genteinattesa, è prodotto da Produzioni Fuorivia e distribuito da EGEA. Un lavoro con gli arrangiamenti del sassofonista, compositore e arrangiatore Antonio Marangolo, e le prefazioni di Lucio Dalla e Massimo Cotto. Anche qui Beppe Battiston interviene in alcuni brani.
Ma Sidoti non comunica unicamente attraverso la musica e il teatro; il 'Professor' Sidoti lo fa anche attraverso l'insegnamento della matematica nella sua città e a Mauxa spiega come le due attività possano conciliarsi e anzi interagire.
Dal lontano 1993 quali i cambiamenti, secondo ciò che tu hai percepito, ad oggi con un primo disco a distribuzione nazionale?
"Spero che i cambiamenti da me acquisiti segnino importanti risultati: dico spero perché l'evoluzione di qualsiasi cosa non necessariamente va verso il meglio. Penso d'avere migliorato il mio modo di relazionarmi con il pubblico ed il modo di approcciarmi alla scrittura della musica e di essermi appropriato con più forza alla "forma canzone". Spero invece di avere mantenuta inalterata l'urgenza iniziale di scrivere al fine di comunicare.
Quello che mi ha portato a pubblicare un disco è stato il fortunato incontro con Paola Farinetti di Produzioni Fuorivia. Per chi scrive canzoni la cosa più difficile è trovare qualcun'altro che si assume l'enorme onere di farle sentire agli altri. Produzioni Fuorivia ha caricato sulle proprie spalle quest'onere e subito sono arrivati anche gli onori con bellissime vittorie a prestigiosi premi: la targa Tenco, la vittoria alle selezioni per il festival Gaber, il più importante premio della mia regione il Moret d'Aur e il premio Pino Piras che ho ritirato nella bellissima città di Alghero.
Incontrare Produzioni... è stata una vera fortuna anche perché delle quattro categorie di produttori esistenti a mio avviso (quelli che dicono "non ti produco perché tanto poi non succede nulla", quelli che dicono "ti produco anche se poi non succede nulla", quelli che dicono "ti produco e poi vediamo cosa succede" ed infine quei pochissimi che dicono "ti produco e vediamo che cosa riusciamo a fare succedere"... ecco, Paola Farinetti appartiene a quest'ultima rara e preziosa categoria di seri imprenditori."
La rappresentazione teatrale, la musica e le parole.. Come è concepito tutto questo? È un discorso che si spiega con la necessità di reinventarsi sul mercato, oppure una scelta che racconta unicamente il modo di esprimersi?
"Sicuramente il binomio nasce dalla necessità di comunicare e non di reinventarsi sul mercato. Se fosse stata una scelta determinata da esigenze di mercato, coinvolgere due settori in crisi come quello della musica e del teatro sarebbe una scelta folle. In realtà, il teatro è già all'interno delle mie canzoni, in quanto io racconto storie di personaggi non tramite un narratore esterno ma in prima persona, cioè io stesso mi trasformo nei personaggi che canto.A volte succede che i protagonisti delle mie canzoni mi chiedano di essere 'agiti' altrove e di vivere anche al di fuori dei ristretti confini temporali e testuali che sono previsti per un brano musicale.
Avendo la fortuna di essere amico d'infanzia di un uomo di teatro come Giuseppe Battiston mi sono rivolto a lui e insieme abbiamo fatto qualche spettacolo teatrale, con Particelle abbiamo vinto le selezioni per partecipare al Festival Gaber 2010."
Chi è nato prima il professore o il cantautore? C'è una continuità nelle due professioni?
"È nato prima il cantautore, tuttavia sono felicissimo di fare anche il professore. Sono contentissimo di fare due mestieri che secondo me sono i più belli del mondo. Tuttavia, al momento in Italia sono accomunati anche dall'essere entrambi presi a calci e trattati malissimo.
Il Sole 24 ore, alla fine del 2010, ha chiesto a varie personalità del mondo dell'economia, della cultura e della politica, di scrivere una piccola frase che fosse d'augurio per l'anno 2011. Io, superato lo stupore di essere menzionato assieme a queste personalità, ho scritto: "La fiaba del 2011: ... e poi magicamente, tra le macerie, anche il re nudo capì l'importanza di investire in cultura e istruzione. "Ho scritto questo perché penso che la finanziaria appena varata dal governo abbia dei tagli sconsiderati riguardo cultura ed istruzione. In altri Stati europei per fronteggiare la crisi si è scelto di investire maggiormente in questi due settori dando prova di comprendere l'importanza strategica di tale indirizzo. Una politica di questo tipo, in tempi lunghi, è in grado di portare ricchezza culturale, civile ed anche economica. In Italia è stato fatto l'opposto e si sono adottate strategie miopi ed arroganti.
È importante però sottolineare che alla base di entrambi le professioni c'è il piacere di comunicare e di scambiarsi delle emozioni e delle informazioni con il prossimo. Infatti, mentre il cantautore ha la possibilità di salire su un palco ed avere uno scambio empatico con il pubblico, l'insegnante ha la possibilità invece (indipendentemente dalla materia che insegna) di avere tutte le mattine un incontro ed uno scambio di opinioni sulla vita con i ragazzi. Quando penso che ho la somma di queste due esperienze, penso d'essere un uomo fortunato."
Genteinattesa racconta le vite di persone che restano in attesa di poter cambiare la propria vita e nel frattempo continuano a fare ognuno il proprio lavoro al meglio: parlaci di loro!
"Le canzoni contenute all'interno del disco GENTEINATTESA hanno per protagonisti dei personaggi inattesi in quanto atipici ed unici, ma anche persone che non erano attese perché non aspettate, non desiderate cioè non invitate a partecipare al banchetto della "società per bene". Proprio perché forzatamente relegate ai margini della società. Sono anche personaggi che aspettano e quindi in attesa di un domani migliore. Tuttavia, anche se sono persone tenute in disparte e costrette ad un'attesa forzata, riescono a mantenere la propria dignità.Io penso che l'unica forma di vittoria che l'uomo possa avere sia quella di mantenere una dignità nella sconfitta. Per questo motivo i personaggi delle mie canzoni sono solo in apparenza dei perdenti.Al momento fra le persone messe ai margini, che mantengono una dignità nella sconfitta ci vedo proprio il popolo degli studenti italiani. Ragazzi inascoltati che scendono in piazza semplicemente per rivendicare il diritto e la possibilità di potersi immaginare un proprio futuro. Purtroppo le previsioni sono così funeste, e le soluzioni così inesistenti, che i ragazzi di oggi un futuro non riescono nemmeno a immaginarselo.A tutti loro mi viene da dire coraggio resistete e non fate "cazzate incivili" durante le vostre civilissime manifestazioni. Tuttavia non capisco come ci si possa stupire davanti alla rabbia di giovani che portano avanti istanze che, oltre a restare inascoltate, vengono addirittura sbeffeggiate e derise con slogan volgari e facili da alcuni arroganti uomini di governo.
Nel futuro mi piacerebbe scrivere un brano che parla proprio di questo scandalo".
La canzone Bobby e il ballerino colpisce molto per due motivi: intanto non è di facile ascolto, musicalmente si distacca un pò dalle altre; l'altro motivo è il concetto di resistenza del ballerino nella sua situazione di handicap fisico: il ruolo del cane Bobby serve a fare da contraltare? Ad alleggerire?
"Entrambe le cose che hai detto. Mi affascinava poi riportare nel ritornello di una canzone un modo che abitualmente usiamo quando ci rivolgiamo ad un cane. Ben sapendo che il significato di quello che diciamo non viene colto, per veicolare il nostro messaggio in maniera efficace ci viene istintivamente da cantare.
Il ballerino è l'unico personaggio che non si attende più nulla in quanto è vecchio e disilluso ma è anche l'unico personaggio che ha la consapevolezza che il viaggio della vita risieda proprio nell'attesa."
Quali tra le 12 tracce del disco racconta di più Piero Sidoti? In narrativa è piu facile nascondersi dai personaggi e dagli strati delle loro storie, una canzone è come una poesia mette a nudo l'anima.. ve n'è una tra i 12 brani che mette più a nudo la tua anima oppure l'hai tenuta fuori appositamente?
"Ogni traccia racconta una parte di me. Dato che siamo tutti individui unici e irripetibili; se uno vuole provare ad essere un minimo originale deve sforzarsi il più possibile di parlare di se stesso. Inoltre provare a mettersi sempre più a nudo è un'avvincente e infinita sfida per chi scrive canzoni. Più riesci a metterti a nudo e più le tue canzoni diventano belle semplici profonde ed originali. Ma forse la più grande opera d'arte è riuscire a vivere "mettendosi a nudo" e scevri da qualsiasi sovrastruttura."
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