Intervista alla regista Antonietta De Lillo. La forza delle individualità
Cinema / Intervista - 18 March 2011 16:30
Antonietta De Lillo, regista de Il resto di niente è intervistata da Mauxa
Abbiamo intervistato la regista Antonietta De Lillo, che con il film Il resto di niente (2004), trasmesso diverse volte in televisione, ha affrontato il tema della rivoluzione di Napoli del 1799, il cui spirito ha poi condotto ai moti che hanno condotto all’Unità d’Italia del 1861.
Nel suo film, Il resto di niente (2004), con Maria de Medeiros, racconta di Eleonora Pimentel Fonseca, la voce della rivoluzione partenopea del 1799 che insieme ad altri giovani aristocratici napoletani si batté per gli ideali di uguaglianza e libertà. Come mai ha pensato di raccontare questa Italia?
Il film parte dal 1997, ha avuto una lunghissima gestazione e la cosa curiosa è che – pur avendo avuto una distribuzione quasi nulla - nel 2011 continua ad esistere. Va in onda tardi, in tv: ho la sensazione che questo incontro del 1997 ha una sostrato resistente che ci dimostra una cosa, che in un società in cui i film in 3 settimane hanno finito la loro vita, in realtà le opere se hanno un’anima, una necessità, riescono a superare anche delle regole di mercato, pur essendo penalizzati dalla distribuzione.
Il film fu presentato a Venezia nel 2004: diventava sempre più attuale, attraverso la memoria storica. Quel piccolo movimento culturale che riguarda Napoli nel 1799 sembra che sia meglio comprensibili legandolo al mondo attuale.
Eleonora, la figura centrale de film è una rivoluzionaria del popolo, anche se parlavano con linguaggi diversi. Questa capacità di rappresentare le esigenze dei cittadini, della massa, per me è una cosa molto presente.
Più che un film storico racconta una cosa che riguardava tutti noi: il film è realizzato in maniera attuale, con una pesa diretta, poca soggezione rispetto alla storia, un’empatia attraverso i personaggi: è come se avessi messo la cinepresa proprio nel corpo di Eleonora. Il film comincia con lei che attende di essere condannata, non secondo un ordine cronologico ma attraverso il filo della memoria.
Il rapporto con gli attori è stato ottimo: nonostante le difficoltà produttive, ha avuto vari riconoscimenti, Ciak d’oro, David di Donatello.
Quella capacità di lottare per degli ideali, è rimasta in questo periodo storico, secondo lei?
Secondo me sì, così come il male non si abbatte mai, le istanze non muoiono mai veramente. Ci sono dei momenti in cui sono meno presenti, ma gli ideali di uguaglianza non è che siano scomparsi, si sono sparse delle individualità e non si sono unite.
Come mai secondo a Napoli sono nati primi i moti insurrezionali che portarono all’Unità d’Italia, dalla costituzione del 1848, all’arrivo di Giuseppe Garibaldi con la battaglia di Volturno?
Napoli è una città degli eccessi, degli estremi, ci sono i vicoli pieni di buio, Posillipo è piena di Sole. La città è degradata, ma è all’avanguardia per la cultura, l’eccellenza: ha avuto sempre la capacità di guardare più avanti. Quello che mi dispiace è che le due cose non sono scollegate. Nella mia napoletanità c’è tanto individualismo: è la causa dei mali di Napoli. Nel 1799 questi ragazzi erano moderni, collaboravano con l’America e la Francia senza internet. Napoli è capace di comprendere un mondo migliore. E le individualità si esprimono. Ma poi c’è l’altra medaglia: due giovani muoiono perché i ragazzi entrano in casa e prendono a botte.
Nel progetto Il pranzo di Natale, assieme ad alcuni registi che hanno filmato il giorno di Natale, si affiancano materiali amatoriali inviati dagli utenti (tuttora inviabili). Come mai un progetto collettivo che accomuna professionisti e dilettanti e perchè la scelta del giorno di Natale?
La mia società di produzione si creata proprio per unire le esperienze, per evolvere. I video possono essere inviati fino al 30 marzo, con piccole riprese istantanee, anche di un minuto in mezzo: o materiale montato e pre-montato massimo d’un quarto d’ora. Poi c’è un coordinamento con registi, con Stefano Rulli, Massimo Gaudioso. A noi spetterà il compito di unire questo materiale per creare una narrazione .
L’idea è di farne un dvd sicuramente e anche capire che una volta che sia pronto il lavoro, abbia un atto di coerenza, diffusione, tramite la televisione digitale. Avere una distribuzione normale.
Inoltre dal 22 marzo, su www.marechiarofilm.it si potrà visionare il film Il resto di niente, e stiamo producendo anche un piccola documentario di Antonella Cecora. Abbiamo anche un archivio, Megaris che conserva un grande materiale audiovisivo.
Qual è il suo prossimo progetto?
Morta di soap è il prossimo progetto, scritto con Marcello Garofano, Linda Brunetta e Ugo Chiti. È un misto tra realtà, immagine e immaginazione. Parla di un’attrice di Un posto al sole, uccisa suo malgrado mediaticamente. È una commedia ironica graffiante che tenta di raccontare l’Italia oggi: ha adesioni artistiche di Isabella Ferrari, Micaela Ramazzotti e Valeria Golino.
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