Zootropolis: recensione dell'esplosiva favola urbana, mix di generi narrativi
Cinema / Recensione - 17 February 2016 08:00
Walt Disney Animation Studios produce un film in grado di scoprire nuovi originali personaggi dell'universo d'animazione ed inserirli in una sceneggiatura ritmata in grado di stupire grandi e piccini.
Byron Howard e Rich Moore danno vita ad un film d’animazione sui generis che non si limita al puro genere di appartenenza ma va oltre, dipingendo una Zootropolis specchio dei vizi e delle virtù della società umana.
Zootropolis è una favola urbana che si svolge in un mondo interamente abitato dalle diverse specie animali. La trama ci mostra come ogni animale svolga un determinato compito nella società, proprio come accade nello scenario umano, con l’unica differenza che a Zootropolis, così come nei diversi ambienti limitrofi, l’essere umano non è mai comparso. La protagonista delle rocambolesche avventure attraverso i quartieri della metropoli è la graziosa coniglietta tutto fare Judy Hopps, che sogna sin da quando era un cucciolo di divenire una poliziotta. Sostenendo fermamente che a Zootropolis “ognuno può essere ciò che vuole”, Judy dimostrerà alla sua famiglia e ai suoi dubbiosi colleghi quanto sia importante credere nei propri sogni e, di conseguenza, credere in se stessi. Con l’aiuto, inizialmente forzato, dell’astuta volpe Nick Wilde, la vincente poliziotta si imbatterà in pericoli via via sempre più ardui da sventare, cercando di smascherare un losco piano per ricondurre tutti gli animali al loro stato selvaggio.
Zootropolis va al di là del film d’animazione, mescolando più generi, ottenendo una sceneggiatura sorprendentemente convincente ed originale. La favola della tenera coniglietta, custode di un sogno nel cassetto, che riesce a superare infiniti ostacoli per raggiungere il suo obiettivo risulta abilmente intrecciata ad un gusto per l’avventura e al film giallo, con relativo colpo di scena finale. Il mistero che avvolge la città di Zootropolis necessita di un eroe per poter giungere alla completa risoluzione, dunque la protagonista si precipita verso la soluzione dell’enigma ma, come ogni buon eroe che si rispetti, ha un’aiutante per poter riuscire nell’impresa. La relazione tra Judy e Nick, dapprima basata sul sospetto reciproco, poi sul rispetto, diviene salda e forte e conduce non solo alla verità, ma anche alla scoperta delle fragilità ed insicurezze dei diversi protagonisti. Lungo il cammino i due attraverseranno anche diversi ambienti, grazie ai quali sarà concessa allo spettatore la possibilità di incontrare comici personaggi, ognuno pronto ad esasperare, in modo intelligente e mai banale, i diversi tipi umani: un grazioso e minuscolo topino è il temuto padrino della malavita della città mentre un tanto gentile quanto lento bradipo è un impiegato… alle poste!
Byron Howard e Rich Moore conducono sul grande schermo una storia che fa riflettere non solo i più piccini, ma anche e soprattutto gli adulti. Curando al massimo ogni singolo dettaglio, la messa in scena risulta perfettamente attinente al mondo reale, giocando sulle abitudini della società odierna, come ad esempio il frenetico utilizzo dell’I-Phone. In particolar modo cade l’occhio su quello usato da Judy, che presenta un caratteristico logo a forma di… carota! Potendo godere della ricca esperienza in settore di animazione offerta da John Lasseter, brillante mente creativa della Pixar e qui in veste di produttore esecutivo, il film d’animazione può contare anche su una canzone originale degna di nota, Try Everything di Shakira, che funge da motivo pulsante che rieccheggia non solo all’inizio del lungometraggio, per introdurre l’arrivo di Judy in città, ma anche per tutto il film, scandendo il ritmo contagioso di pura allegria ed empatia che il film vuole comunicare.
Zootropolis, dunque, è una carica esplosiva pronta ad essere innescata con il suo arrivo nelle sale italiane, un’ottima commistione di più generi narrativi per un’esperienza filmica che va ben oltre il semplice cartoon di intrattenimento, ma diverte e fa riflettere allo stesso tempo, senza mai perdere quel ritmo incalzante che regna dall’inizio alla fine del film.
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