Via dalla pazza folla, Vinterberg riscopre un'eroina dell'800 piena di passioni e speranze

Cinema / Recensione - 17 September 2015 09:00

Via dalla pazza folla, Thomas Vinterberg racconta le vicende amorose di una giovane donna ribelle e testarda, contesa da tre uomini che vogliono la sua mano.

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Via dalla pazza folla (Far from the Madding Crowd) film diretto da Thomas Vinterberg e sceneggiato da David Nicholls, adattamento cinematografico dell’omonimo libro di Thomas Hardy, edito nel 1874. Lo stesso romanzo ha avuto diverse versioni, la cui più recente è del 1967, di John Schlesinger. Ma ne esistono anche due maggiormente datate, quella di Laurence Trimble risale al 1915, mentre la più antica è addirittura del 1909, un cortometraggio prodotto dalla Edison Studios.

Via dalla pazza folla trama. Bathsheba Everdene (Carey Mulligan) è una giovane donna passionale e indipendente, la quale un giorno eredita una fattoria dallo zio deceduto. Acquisita l’autonomia finanziaria, tre uomini, molto diversi fra loro, iniziano a farle la corte, sperando di ottenere la sua mano: Gabriel Oak (Matthias Schoenaerts), allevatore di pecore, conosciuto prima dell’inaspettata fortuna; Frank Troy (Tom Sturridge), attraente e spavaldo sergente; infine William Boldwood (Michael Sheen), uomo facoltoso e perbene. Tra amore, delusione, sofferenza e perseveranza, Bathsheba cercherà di trovare un giusto equilibrio tra istinto e ragione.

Via dalla pazza folla recensione. Quando si parla di intrighi e tradimenti, chiunque potrebbe indicarvi l’800 come epoca fiorente in tal senso, e questo grazie ad una letteratura che in quegli anni era molto interessata a certi argomenti, a volte in modo quasi ossessivo (altro che 50 sfumature di grigio e Harmony). Ma questo non è il caso di Far from the Madding Crowd, non a caso riproposto da un regista culto come Vinterberg per il suo potere comunicativo. Questo drama riscopre una giovane eroina dell’età vittoriana, stereotipo della donna tutt’altro che succube allo strapotere maschile, capace di reagire e combattere per la propria indipendenza. Valori che le consentono di mantenere una vita sentimentale disinibita: le vicende narrate sono senza tempo, rispecchiano tutte le incertezze, le passioni e i timori di oggi, come se in 140 anni il modo di amare non fosse mutato di una virgola. Un mix di pathos e leggerezza conferisce dinamicità alla storia, ambientata in splendidi paesaggi bucolici, pieni di colori vivi e sgargianti, come in opposizione all’opacità dell’animo dei protagonisti, criptici nelle scelte e mai davvero decisi. Una pellicola commovente che farà appassionare le donne di ogni età

Via dalla pazza folla Thomas Vinterberg. Fondatore insieme al tanto discusso Lars Von Trier del Dogma 95, trova la notorietà grazie a “Festen”, pellicola vincitrice del Premio della Giuria al Festival di Cannes nel 1998. Per lui si tratta di una nuova sfida, dopo che per anni si è occupato di un cinema più elitario, definibile sotto alcuni aspetti (ce lo concederà Eisenstein) un cine-pugno. I toni invece qui sono cambiati, per quanto le questioni di morale siano ancora presenti, le vicende amorose scavalcano qualsiasi riflessione profonda, lasciandone solo il sentore.

Via dalla pazza folla curiosità. Bathsabea ha persino ispirato Suzanne Collins, l’autrice di Hunger Games, nel chiamare Katniss Everdeen, per omaggiare proprio l’eroina di Thomas Hardy.

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