Venezia 81, recensione The room next door: Pedro Almodóvar sorprende fino alla morte
Un film delicato e introspettivo, dove il silenzio parla più delle parole

La stanza accanto - The Room Next Door, il nuovo film di Pedro Almodóvar, è un'opera che esplora le profondità dell'animo umano attraverso una narrazione delicata e introspezione raffinata. Almodóvar ci guida in un viaggio emozionale, dove il tema della morte viene trattato con una sensibilità rara, evitando i toni cupi e melodrammatici. La pellicola si sofferma sul potere dell'amicizia e sull'importanza di accompagnare chi amiamo nel momento più difficile della vita, senza giudizi, ma con una presenza silenziosa e solidale.
Un film delicato e introspettivo, dove il silenzio parla più delle parole
La storia ruota attorno a Ingrid (Julianne Moore) e Martha (Tilda Swinton), due donne che, in gioventù, sono state grandi amiche. Una era una scrittrice di autofiction, l'altra una corrispondente di guerra. Le circostanze della vita le hanno allontanate, ma ora, dopo molti anni, si ritrovano in una situazione estrema, ma straordinariamente dolce: Martha è affetta da una malattia terminale e Ingrid sceglie di starle accanto incondizionatamente, accompagnandola negli ultimi momenti della sua vita.
Il concetto di "stare accanto", così centrale in La Stanza Accanto, si manifesta come un atto di profonda generosità e altruismo. Accompagnare non significa necessariamente parlare o dare consigli, ma piuttosto ascoltare e condividere un silenzio complice. Ingrid impara che l'atto di essere presente, di accompagnare Martha senza condizioni, è l'espressione più pura e potente di un sentimento che trascende l'amore o l'amicizia: è un supporto silenzioso e solidale, un atto che eleva il film al di sopra del semplice melodramma.
La stanza accanto racconta la rinascita di un’amicizia nel contesto di una situazione estrema e intima. Martha, ormai prossima alla morte, permette a Ingrid di confrontarsi con la sua paura della fine e, al contempo, di trovare un significato nella perdita. Il film suggerisce che la morte, pur rappresentando la fine di una fase della vita, non è necessariamente la fine di tutto. Attraverso una lente che sfiora l'ateismo e l'idea di reincarnazione simbolica, Almodóvar ci mostra come Martha si "reincarni" in Ingrid, non in senso letterale, ma come un'eredità spirituale e affettiva.
In questa pellicola, Almodóvar dosa sapientemente silenzi e dialoghi, conferendo alla storia una profondità particolare. Tilda Swinton e Julianne Moore portano sulle loro spalle l’intero peso del film, con Swinton che affronta lunghi monologhi carichi di dolore e riflessione, bilanciati dallo sguardo intenso e silenzioso di Moore. Questo scambio continuo tra parola e silenzio, tra chi parla e chi ascolta, rappresenta il vero fulcro narrativo del film, permettendo di esplorare il tema della morte con una delicatezza e una profondità rare.
Pedro Almodóvar, noto per il suo stile visivamente ricco e spesso barocco, adotta qui una regia più sobria e contenuta, simile a quella dei suoi lavori recenti come *Julieta*. Il regista evita il sentimentalismo, scegliendo invece di trasmettere luce e vitalità attraverso i personaggi e la natura circostante della "Casa del Bosco", un luogo che sembra esistere tra la realtà e l'aldilà. Nonostante il tema centrale della morte, il film non è mai cupo, ma piuttosto colmo di vita, un inno alla bellezza dell'esistenza, anche nei suoi momenti più difficili.
Accanto alle due protagoniste brillano John Turturro, nel ruolo dell'amante condiviso in gioventù dalle due donne, e Alessandro Nivola, che interpreta un poliziotto dal carattere duro. Turturro aggiunge una dimensione ulteriore alla trama, portando la testimonianza di un’altra agonia, quella del pianeta stesso, minacciato dal connubio di neoliberismo ed estrema destra. La stanza accanto è un film che conquista per la sua delicatezza e introspezione. Almodóvar riesce a trattare il tema della morte, non come una conclusione definitiva, ma come un processo naturale, che porta con sé anche una forma di rinascita spirituale e di riconciliazione con la vita. La maestria delle attrici, il tocco leggero della regia e la profondità della sceneggiatura rendono questo film un'opera straordinariamente umana, capace di toccare corde emotive profonde e di lasciare lo spettatore con una riflessione importante sull'essenza stessa dell'esistenza.
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