Venezia 76: recensione film Revenir - Bach Home

Cinema / Recensione - 02 September 2019 06:30

Regia di Jessica Palud con protagonista Adèle Exarchopoulos e Niels Schneider

Scritto da Cristiano Capotosti

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In concorso nella sezione Orizzonti della sessantaseiesima Mostra internazionale del cinema di Venezia, Revenir esprime una narrazione intima ed espressiva. La separazione ed i contrasti mai sopiti, che generano silenzi ed incomprensioni, rappresentano il modo di comunicare di una famiglia ormai scompaginata dalle prove dell’esistenza. Ambientato in un contesto rurale nel quale emerge un rapporto indiretto ed ereditario con la natura, presenta un racconto immediato con una regia lineare e ben congegnata che pone in evidenza le emozioni senza quell’eccessiva elaborazione che tende a degradarle pietosamente.

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Alcuni ritorni a casa, come talune partenze, non sono facili. Come sembra rivelare la regia di Jessica Palud che colloca gli snodi narrativi in modo diretto e semplice in una trama raccontata con altrettanta evidenza, assistita da una sceneggiatura essenziale, lasciando allo spettatore il compito di dedurre ciò che resta inespresso ma compiutamente manifestato dagli stati d’animo e dall’espressività dei protagonisti.

Festival del cinema di Venezia

I personaggi sono ben approfonditi e riescono ad esprimere il disagio della propria condizione, la frustrazione e la rassegnazione ma anche l’affidamento reciproco manifestato tramite un vezzo o un abbraccio mancato. Il rapporto tra i due protagonisti, interpretati da Adèle Exarchopoulos e Niels Schneider, viene costruito mimicamente fino ad esplodere lasciando tuttavia allo spettatore la sensazione della vacuità. Revenir rappresenta un film scorrevole che lascia allo spettatore il gusto d’immaginazione, con la battuta finale che sembra rispondere alle esigenze dei personaggi. La regista e gli attori presenti in sala hanno ricevuto il caloroso e meritato applauso del pubblico e della critica.

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