Venezia 73: recensione di Inseparables, l'aiuto reciproco con comicità argentina

Cinema / Recensione - 10 September 2016 12:15

Al Festival di Venezia è stato presentato "Inseparables", film remake di "Quasi amici" girato in Argentina.

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Inseparables è il film fuori concorso presentato al Festival del cinema di Venezia. Diretto da Marcos Carnevale e interpretato da Oscar Martinez e Rodrigo De La Serna è un remake di "Quasi amici", film del 2011 di Olivier Nakache.

La trama è la medesima, incentrata su un tetraplegico molto ricco - Felipe - che assume un badante per accudirlo giorno e notte, Tito. Nella dimora ci sono anche segretarie, la figlia dell'uomo e Tito all'inizio vien accolto con sospetto, avendo anche commesso dei furti in passato. Ma Felipe si fida di lui, tra i due nasce anche un'amica sincera scevra da differenza sociali.

Una rara ironia argentina quella di "Inseparables", mai portata sugli schermi europei. "A me viene voglia di pulirlo", dice il badante Tito mentre osserva con l'assistito Felipe un quadro astratto. Per vedere se la gamba di Felipe sia paralizzata, vi getta del the bollente. "Nelle tue condizioni io mi sarei sparato", afferma e poi si scusa. "Potresti girati da un dirupo sulla costa".

Tito lo porta al teatro dell'Opera e Felipe si addormenta, poi stende le gambe sopra la balaustra è tratta in malomodo il vicino anziano che è lì con una giovane. Alla collega dice: "se prende degli antidiarreici, quelli le faranno male", riferendosi ai cioccolatini.

Una notte Felipe ha un dolore fantasma, Tito si alza, lo porta fuori a fare una passeggiata. Poi gli fa fumare una canna, gesti che nessuno aveva mai fatto con lui. Fino a farlo incontrare con la donna misteriosa con cui tesse una relazione epistolare.

Quando Felipe dice a Tito di andarsene, il motivo non è nella sua incapacità di fare il badante, bensì perché "è giunto il limite", afferma Felipe: "non puoi passare la vita a curare un tetraplegico". La giusta realtà incombe sui sentimenti, un badante è pur sempre retribuito e i sentimenti sono condizionati dallo stipendio.

Il regista Marcos Carnevale sa mescolare con abilità sia una narrazione comica che realistica. Rispetto al film del 2011 qui si ha maggiore ilarità, connaturata con l'indole latina dei personaggi. Alla fine traspare come da un rapporto lavorativo possa nascere un'amicizia, e come l'aiuto reciproco sia uno dei momenti più inattesi della vita.

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