Uncharted: L'Eredità Perduta, recensione videogame per PS4

Games / Recensione - 29 August 2017 14:00

Uncharted: L'Eredità Perduta è il nuovo capitolo della miglior saga d'azione su PS4, una produzione al femminile con il duo Chloe e Nadine in terra indiana

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Uncharted: L’Eredità Perduta è l’ennesima dimostrazione da parte di Naughty Dog di saper creare avventure e storie che uniscono il mondo dei videogiochi a quello del cinema, grazie ad un comparto tecnico e ad un ritmo da produzione hollywoodiana. La bravura del team interno a Sony sta nel disegnare scenari e personaggi estremamente caratterizzati, pur abbandonando la linea narrativa classica, fatta da Nathan Drake e Sully. Il capitolo de L’Eredità Perduta batte la terra indiana con la coppia femminile Chloe-Nadine, un connubio tanto riuscito quasi quanto quello dell’esperienza al maschile, apprezzata fino al quarto episodio. Il nuovo prodotto, inizialmente pensato come un’espansione dell’ultima avventura di Drake, è diventato con il tempo un vero e proprio titolo a se stante, e la qualità raggiunta, oltre al prezzo budget, giustifica pienamente l’esistenza, e l’acquisto, di una delle avventure più belle disponibili su PS4.

La trama di Uncharted: L’Eredità Perduta si stacca dai suoi predecessori e ci porta nella penisola indiana, alla ricerca della Zanna di Ganesh, antico manufatto dal grande valore. La coppia di protagoniste è rappresentata da Chloe Frazer, compagna di avventura di Drake nel terzo Uncharted, e da Nadine Ross, mercenaria in Fine di un Ladro. Il ritrovamento dell’artefatto muove da un volere prettamente economico della coppia ma, come sempre accade, la meta finale deve passare dallo scontro con la concorrenza armata e senza scrupoli, raffigurata, tuttavia, da un cattivo non particolarmente incisivo. Il grande pregio risiede ancora una volta nell’unione tra fasi action e filmati, un fluire dell’avventura naturale e mai spezzato, tra dialoghi divertenti e ben scritti, nello scontro e aiuto del duo femminile. La regia durante le cutscenes sposta gli equilibri verso la pellicola cinematografica, con una fotografia e un taglio da grande schermo.

Il gameplay di Uncharted: L’Eredità Perduta segue i canoni a cui ci ha ormai abituato la serie, riproponendo alcune nuove soluzioni mutuate da Fine di un Ladro. Partendo dalle situazioni classiche, L’Eredità Perduta unisce  fasi da sparattutto in terza persona, dove trovare la copertura ed eliminare i nemici, a momenti da platform game, quasi sempre semplificate, in cui arrampicarsi e saltare sulle sporgenze indicate. La formula, collaudata nel tempo, rende piacevole la progressione, seppure non rappresenta una vera e propria sfida per il giocatore, salvo alla difficoltà più elevata grazie all’intelligenza artificiale combattiva e dinamica. Il ritmo, sempre concitato e reso spettacolare da diverse sequenze altamente cinematografiche, trova momenti di respiro e riflessione negli enigmi ambientali e nelle fasi aperte a bordo del fuoristrada, curate ed interessanti come nell’ultima apparizione di Drake.



La grafica di Uncharted: L’Eredità Perduta conferma e riprende lo scettro di titolo dal maggior impatto visivo su PS4, migliorando e perfezionando il già incredibile lavoro fatto con il quarto capitolo. Al di là della pulizia dell’immagine, quello che colpisce è l’enorme mole di animazioni ed espressioni facciali con cui i personaggi si muovono all’interno delle sequenze di azione e nei filmati, ennesimo punto di forza della serie. Osservare ed apprezzare da vicino la morbidezza, e la cura nei tratti di ogni personaggio, amplifica il lavoro di modellazione, e caratterizzazione, che c’è dietro ad ogni singolo elemento di gioco. Lo stesso scenario indiano permette varianti sul tema, con scorci visivi e nuove soluzioni ambientali che disegnano quadri videoludici di altissimo livello, tra foreste e rovine abbandonate, passando per i polverosi vicoli di paesini orientali.

© Riproduzione riservata



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