Tartarughe Ninja – Fuori dall'ombra: recensione del film mera copia di un goffo cinecomic
Cinema / Recensione - 06 July 2016 08:00
Megan Fox torna ad aiutare le quattro tartarughe ninja nel sequel a loro dedicato, diretto questa volta da Dave Green, non senza nuovi nemici da affrontare, per un film che appare come un cartoon poco
Tartarughe Ninja – Fuori dall’ombra diretto da Dave Green riconduce i mitici eroi mutanti sul grande schermo dopo il primo film a loro dedicato, Tartarughe Ninja, uscito nel 2014.
La trama del nuovo capitolo propone nuovi e potenti nemici chiamati a scontrarsi contro i quattro eroi. Leonardo (Pete Ploszek), Michelangelo (Noel Fisher), Donatello (Jeremy Howard) e Raffaello (Alan Ritchson) si ritrovano nuovamente a proteggere la Terra schierati contro l’antieroe di sempre, ossia Shredder (Brian Tee), questa volta aiutato non solo dallo scienziato Baxter Stockman, che sarà l’artefice di un siero in grado di trasformare i tirapiedi di Shredder in pericolosi animali mutanti, ma anche dall’autorevole alieno Krang, il quale progetta di impadronirsi del pianeta umano aprendo un portale in grado di collegare due mondi. Con l’aiuto della fedele April O’Neil (Megan Fox) e con l’aggiunta di un ulteriore eroe, umano, di nome Casey Jones (Stephen Amell), le tartarughe ninja dovranno superare dissidi interni per far fronte comune e schierarsi contro i nemici, questa volta più agguerriti che mai.
Sempre traendo spunto dal fumetto di Kevin Eastman e Peter Laird incentrato sulle avventure dei quattro paladini mutanti, Dave Green dirige il sequel del primo film intitolato Tartarughe Ninja, uscito nelle sale nel 2014 diretto da Jonathan Liebesman, anch’esso intimamente connesso al precedente lungometraggio Tartarughe Ninja alla riscossa. Dave Green, dunque, propone un’opera cinematografica che vuole prendere spunto dai memorabili cinecomic d’autore, ma finisce per proporre una goffa emulazione che può essere facilmente paragonata al semplice cartoon senza pretese, anche se girato in live-action.
Dave Green sembra ad esempio aver preso in considerazione un noto regista che ha fatto del suo cinema un tratto stilistico per girare l’inseguimento del famigerato Shredder, ancora incatenato e rinchiuso in un furgone della polizia, da parte dell’autovettura di cui sono munite le tartarughe ninja. In questa sequenza si può intravedere un tentativo di avvicinamento alle modalità tendenti alla spettacolarizzazione dell’action, pur passando per un ottimo disegno in cui nulla è lasciato al caso, operate dal genio di Christopher Nolan in Il Cavaliere Oscuro.
Pur provando ad intraprendere il sentiero tracciato dall’abile Christopher Nolan, il regista di Tartarughe Ninja – Fuori dall’ombra non fa sue le scelte registiche, finendo per riproporre in modo goffo e senza personalità propria un insieme di scene già viste. Guardando al banale cartoon live-action verso cui vira gran parte della produzione cinematografica che guarda al fumetto, questo sequel non aggiunge nulla a livello visivo, contando solo su nuovi eroi ed anti-eroi da mostrare, ridefinendo i due fronti di bene e male attraverso nuovi personaggi, anch’essi privi di spessore.
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