Recensione Parigi a piedi nudi di Abel e Gordon
In sala dal 17 maggio.

Parigi
a piedi nudi (Lost in Paris, il titolo americano) è una commedia diretta, prodotta e
interpretata dal popolare duo burlesque formato dal belga Dominique
Abel e dalla canadese di adozione Fiona Gordon.
La critica statunitense ha applaudito il particolare candore comico dell'opera.
Fiona (Gordon) sogna di andare a trovare la zia Martha (la splendida Emmanuelle Riva, recentemente scomparsa). Ormai ottuagenaria, la donna scrive alla nipote chiedendo di andarle in soccorso: la testa a volte sembra giocarle brutti scherzi, ma è abbastanza lucida da scappare dai servizi sociali che ritengono sia giunta l'ora di sistemarla all'ospizio.
Schede
Arrivata finalmente a Parigi, Fiona riesce a finire nella Senna e perdere lo zaino da 85 (litri ad occhio) che, portato da un'Olivia dei giorni nostri, sembra ancora più gigante. Timida, impacciata, abituata a vivere nelle lande nevose canadesi, la giovane si ritrova da sola, senza documenti, né soldi. Non è neppure riuscita a trovare l'arzilla zia fuggitiva.
Tra i protagonisti di questa fiaba, anche Dom (Abel) ha un ruolo centrale. È un ex artista di strada, finito a vivere in una confortevole tenda all’Île de la Cité, l'incantevole isolotto lungo la Senna.
Fiona, Martha e Dom daranno vita a una carrambola di incontri, sfiorati, rifiutati e poi desiderati. Sono personaggi gentili, sentimentali, anche ostinati. Tutti vivono in una bolla di solitudine: per età, condizione sociale o natura. Tuttavia, rimangono vitali nell'accogliere i contrattempi senza subirli.
Parigi a piedi nudi offre allo spettatore un contesto comico originale, grazie al tocco magico e surreale delle scene. Le citazioni sono diverse, dalle gag acrobatiche di Buster Keaton alla pausa pranzo di un gruppo di operai del Rockefeller Center fotografati nel 1932. compreso un omaggio ai Tempi moderni di Charlie Chaplin.
Parigi, osservata di notte da una prospettiva spettacolare e sudata, conserva il suo fascino di capitale più romantica del mondo, grazie alla gentilezza d'animo di una bibliotecaria e due artisti indomiti: un luogo profondamente amato.
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