Recensione Omicidio al Cairo di Tarik Saleh, in arrivo il film premiato al Sundance

Cinema / Recensione - 20 February 2018 08:00

“Omicidio al Cairo” esce nelle sale italiane il 22 febbraio: dalla cronaca nera alla primavera araba.

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Iva Zanicchi - video

Omicidio al Cairo” (“The Nile Hilton Incident”) è il terzo lungometraggio di Tarik Saleh, regista nato a Stoccolma e di origine egiziane. Premiato al Sundance Film Festival l'anno scorso, il film è liberamente ispirato a un clamoroso fatto di cronaca nera, avvenuto nel 2008 a Dubai, che ha scosso l'opinione pubblica. 
Saleh ambienta l'omicidio al Cairo, collocando  gli eventi alla vigilia della Rivoluzione del 2011.

Omicidio al Cairo di Tarik Saleh

Noredin Mostafa (Fares Fares) è un detective abituato a sguazzare negli ambienti corrotti della polizia. Arrotonda lo stipendio, intascando mazzette, con la stessa noncuranza con cui aspira il fumo della perenne sigaretta tra le dita.
Ha un padre malato e una moglie perduta in un incidente.
La sua routine viene messa in discussione con l'affidamento del caso di una popolare cantante, trovata cadavere al Nile Hilton, lussuoso albergo dove lavora la sudanese Salwa (Mari Malek) come addetta alle pulizie delle camere.
Salwa è uno scomodo testimone oculare.

L'esperto Mostafa sospetta presto dell'amante della cantante: un facoltoso imprenditore, membro del parlamento e amico del figlio del Rais. Un intoccabile. Tuttavia, l'indagine si complica con l'entrata in scena di Gina (Hania Amar), amica della sfortunata ragazza, che ne denuncia la scomparsa a indagine chiusa.
Il poliziotto si troverà al centro di un intrigo che miete altre vittime e coinvolge i vertici della sicurezza. Ma non solo.
L'epilogo è doppiamente doloroso. Conferma il disincato iniziale del protagonista e annuncia un futuro infausto,  incorniciato in quel 25 gennaio del 2011 con la giovane popolazione che si riversa compatta in piazza Tahir. Chiedono il pane e l'assistenza sanitaria, la libertà e una giustizia equa.

“Omicidio al Cairo” è il noir di un autore che conosce e ama sia i classici letterari, che quelli cinematografici di riferimento.
Altro punto di forza del film è la fotografia del Cairo, una metropoli affetta da contraddizioni: caotica e corrotta, dal fascino millenario.



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