Recensione Non ci resta che vincere, campione di incassi
Cinema / Recensione - 04 December 2018 08:00
In sala dal 6 dicembre, distribuito da Bim e Movie Inspired.
Non ci resta che vincere (Campeones, il titolo originale) è il film, campione di incassi al botteghino in patria, selezionato come candidato spagnolo ai prossimi Oscar 2019. Diretto dal regista madrileno Javier Fesser, l'opera affronta il tema della disabilità senza scadere in toni melodrammatici.
Il punto di forza di Non ci resta che vincere, infatti, è quello di comunicare allo spettatore la diversità come unicità, a cui non dobbiamo rinunciare. Lo stesso regista, che firma lo script insieme a David Marqués, ha spiegato alla presentazione del film alla Casa del cinema di Roma, tenutasi lo scorso 12 novembre: “Ero partito dall'idea di voler raccontare che siamo tutti uguali e ho finito con la consapevolezza che siamo tutti meravigliosamente differenti. Una diversità che ci invita a conoscere, vivere avventure e emozionarsi, senza utilizzare etichette”.
Il cast ha coinvolto oltre seicento partecipanti. Ne sono stati selezionati dieci. Quindi, in un secondo momento, la sceneggiatura è stata modificata a misura dei protagonisti. Durante le riprese, Fesser ha assecondato i momenti di improvvisazioni dei giovani campioni. Una scelta che si è rivelata vincente, considerando l'entusiasta risposta del pubblico in sala.
Marco
Montes (Javier Gutiérrez) è un brillante allenatore di basket dal
carattere fumantino. Dopo aver perso il lavoro, viene condannato a
tre mesi di servizi socialmente utili per guida in stato di
ebbrezza.
Montes si ritrova ad allenare la squadra dei Los Amigos,
formata da atleti diversamente abili. L'esperienza lo cambierà
profondamente: grazie al carisma dei ragazzi, abbandonerà
l'arroganza del suo lato debole, puntando sulla stoffa di un tempo.
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