Recensione libro Preludio a un bacio di Tony Laudadio
Daily / Libri / Recensione - 20 April 2018 08:00
In libreria per NN Editore.
Preludio
a un bacio è il quarto libro di Tony Laudadio dopo L'uomo che non
riusciva a morire (NN Edizioni, 2015), Come un chiodo nel muro
(Bompiani 2014), Esco (Bompiani, 2013).
Noto attore teatrale e
cinematografico, Laudadio suona il sassofono fin da quando era un
ragazzo e la musica gioca un ruolo predominante in questa opera a
cominciare dal titolo: Prelude to a kiss suonata da Duke Ellington e
la versione cantata da Billie Holiday, infatti, accompagneranno due
momenti cruciali nella storia del protagonista.
Ogni capitolo ha un colore e una canzone di riferimento: una scelta di vivere secondo “i colori giusti”, al di là delle parole perchè “la parola è la sorella stronza della musica. È invidiosa, perfida, ti convince a fidarti di lei mentre parli, e dopo ti accorgi di aver fatto un disastro. Anziché aiutarti a costruire ponti, si affanna a distruggerli. È disonesta, la parola, e per questo spesso taccio”, ci racconta Emanuele nell'introduzione.
Emanuele
è un musicista che vive ai margini della società. Si guadagna da
vivere suonando il sax sulla strada. Beve per anestizzare la mente e
dorme nello scantinato di un condominio, grazie a un amico di vecchio
data, Rodolfo detto Rudolph, un membro della band di un
tempo.
Un'aggressione lo fa andare in coma.
Al risveglio, la dottoressa gli comunica che ha un trauma cranico e
una cirrosi in agguato. Dimesso dall'ospedale, Emanuele perde anche
il posto letto. Ripensa al suo passato: “Non avevo molte speranze
di finire diversamente, diciamolo. Eppure
per molti anni ho resistito. Ho condotto una vita irreprensibile,
cogliendo persino qualche minuscolo successo che probabilmente
ha peggiorato le cose, creando in me la convinzione di meritare molto
più di quello che avevo. E sì, perché quando uno si sente un
gigante, un Dexter Gordon italiano, non può accontentarsi di
lavorare come ragioniere in un supermercato. E neanche come
assistente di un dentista e poi di un avvocato, e neppure come
rappresentante di commercio, tutti lavori che ho svolto per poi
abbandonarli dopo sei mesi al massimo (avrei potuto continuare
al supermercato, ma mi cacciarono per furto di alcolici. E
comunque non avevano le prove). Lavorare stanca e suonare no, almeno
non stanca me. Potrei suonare ininterrottamente per tutto il
giorno, non mi pesa, e ascoltarmi è una delle mie attività
preferite.”
Dopo anni di letargia, qualcosa lo scuote. Emanuele ha 51 anni ed è senza un soldo, né un tetto. Ha una speciale giovane amica, Maria, e un amore mai dimenticato, Angela.
Gli eventi che seguono mettono in moto un risveglio. Vestito con abiti puliti, da barbone che incassa gli sguardi impietosi pagando il “pedaggio”, Emanuele diventa un apprezzato musicista di strada con il quale scambiare due chiacchiere o affidare una confidenza. Il natale riserva un'inaspettata sorpresa. L'inizio dell'anno nuovo lusinga con un viaggio per ricominciare daccapo. Invece, “le parole stronze che mi hanno sempre tradito” attendono la propria rivincita.
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