Recensione Lady Bird, 5 candidature all'Oscar per una commedia sull'adolescenza
Cinema / Recensione - 01 March 2018 08:30
“Lady Bird” porta Saoirse Ronan alla terza nomination: il film esce nelle sale italiane oggi.
Dopo aver lavorato nel settore cinematografico come attrice (“To Rome with Love”, 2012), sceneggiatrice e produttrice (“Francis Ha”, 2012, in cui è anche protagonista), Greta Gerwig debutta anche come regista. Stiamo parlando di “Lady Bird”, candidato a 5 premi Oscar. Il film, parzialmente autobiografico, prende ispirazione da pellicole come “I 400 colpi” (1959) e “Boyhood” (2014). L'opera prima di Gerwig è anche un omaggio alla città natale, Sacramento: il Midwest della California.
Anche
la protagonista Christine (Saoirse Ronan) vive a Sacramento. Pretende
di farsi chiamare, anche in famiglia, Lady Bird. Un nome che si è
data in autonomia, sancendo un perscorso adolescenziale indipendente.
Lady Bird vive con i genitori, il fratello Miguel
(Jordan Rodrigues) e la sua ragazza. Ha un rapporto conflittuale con
la madre (Laurie Metcalf). L'una la vorrebbe mettere al riparo da
sogni spezzati e spera in una carriera solida, l'altra sogna un
futuro in cui farcela. In altre parole, New York.
Unghie
color lavanda, i capelli rosa-aranciati a seconda della luce, Lady
Bird frequenta l'ultimo anno di un liceo cattolico. Si iscrive al
corso di teatro della scuola, insieme alla sua migliore amica Julie
(Beanie Feldstein), e si innamora di Danny (Lucas Hedges). Nel frattempo, scopre che il padre ha perso il lavoro ed è depresso.
Tradita da Danny, Christine trova lavoro in un coffe
shop, frequenta Kyle (Timothée
Chalamet),
leader di un gruppo musicale, e fa amicizia con Jenna
(Odeya Rush), la ragazza più popolare della scuola.
Tutte relazioni
che si riveleranno deludenti, mentre compiuti i fatidici 18 anni,
arriva la possibilità di partire per New York.
Come accennato, il film si è guadagnato 5 nomination agli Oscar 2018 (Miglior film, attrice protagonista e non, sceneggiatura originale e regista).
La protagonista ha una verve ribelle e anticonvenzionale. I dialoghi non sono mai ovvi, né scontati. Temi delicati come il passaggio dall'adolescenza all'età adulta, o il litigioso rapporto tra madre e figlia, sono affrontati con flessibilità. L'accurato montaggio assicura l'intelligenza scenica all'umorismo. Un bel film.
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