Recensione Il mistero del terzo miglio di Colin Dexter: indaga l'ispettore Morse

Daily / Super Heroes / Recensione - 27 February 2014 15:15

"Il mistero del terzo miglio" di Colin Dexter (Sellerio Editore Palermo): in questo episodio, "una batteria di omicidi di cui non si intravvede né scopo né causa, un paio

image
  • CONDIVIDI SU
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon

Film Separati ma non troppo

Il mistero del terzo miglio di Colin Dexter (Sellerio Editore Palermo) - Albert Gilbert, seduto in un pub nella periferia londinese, pensa al fratello John, ucciso in Africa settentrionale. Ha un altro fratello, l'inseparabile gemello Alfred. Insieme non sono riusciti a proteggere John, pensa tornando con il ricordo all'alba del 2 novembre 1942, durante l'Operazione Supercharge contro la Pista Rahman, a ovest di El Alamein. Alf e Bert avanzano alla guida dei loro carri armati lungo il ciglione Kidney, in bocca al fuoco dei tedeschi: “Gilbert non era mai riuscito a capire come mai quella particolare manovra fosse poi stata considerata dagli storici un miracoloso trionfo della pianificazione strategica, perché il suo contribuito alla battaglia – breve, ma non privo di eroismo – gli aveva lasciato solo il ricordo della folle confusione che lo aveva circondato durante l'attacco sferrato nel cuore della notte”. Tra le lamiere del primo assalto, si fa strada l'8 Brigata Corazzata a rinforzo. In mezzo alla carneficina un tenente del Royal Wiltshire, noto per la puntigliosità e una mite arroganza, gli ordina il ritiro sulla cresta del Kidney: “Persino lì, in mezzo a quell'orribile carneficina, la voce sembrava ancora quella di un annunciatore radiofonico d'anteguerra, secca e precisa, con il tipico accento di Oxford”.
Albert è ferito a una gamba, ma copre le spalle del tenente quando sente la voce di un soldato dentro un carro incandescente. Tenta di salvarlo. Non riesce ad aprire la botola da solo, chiede aiuto all'ufficiale che per tutta risposta lo esorta ad allontanarsi: “E così Gilbert si era allontanato strisciando sulla sabbia e, piangendo in preda alla frenesia della sua angoscia, aveva alzato la faccia sporca per cercare con occhi pieni di lacrime lo sguardo di quell'ufficiale... lo sguardo vuoto del codardo. Oltre a ciò ricordava ben poco, soltanto le grida del suo compagno d'armi che bruciava. E solo più tardi gli era sembrato di averne riconosciuto la voce, perché non l'aveva mai visto in volto”.

Recensione Carnevale in giallo: lo raccontano gli autori di casa Sellerio

Sfumature della grammatica inglese - L'ispettore capo investigativo Morse della Thames Valley Police è nel suo ufficio contemplando le proprie sregolatezze tra soddisfazione e avvilimento. Da poche ore si è promesso di cambiare stile di vita in fatto di cibo, alcol e tabacco. Passati i cinquant'anni, meglio astenervisi. In tarda mattinata riceve la telefonata dal preside di Lonsdale con l'invito a pranzo. Vanificato i ferrei propositi, davanti a un gin e vermut, più volte rabboccato, Morse accoglie la preoccupazione del preside riguardo al professor di Lettere antiche, Browne-Smith, assente da qualche giorno. Ha lasciato un biglietto che non convince. Secondo il preside, non può averlo scritto il professore: mancano le virgole, il vezzo linguistico del puntiglioso Browne-Smith, e ammette un errore di ortografia. Morse concorda, ha studiato per il professore al primo anno del college, e conosce la sua ossessione ortografica. Che sia morto? 

In attesa del primo cadavere, un aspetto curioso del carattere dell'ispettore Morse - Intanto, la visita riaccende i ricordi del Lonsdale. Quando studiava con impegno superando il biennio con il massimo dei voti. Poi a metà del terzo anno, l'incontro fatale e l'interruzione dello studio. Il bimestre successivo è costretto a lasciare il St John: umiliato, benché non “del tutto annientato nello spirito”. Il padre, invece, amareggiato, un mese prima della sua dipartita, consiglia al figlio un impiego nella polizia. 

Il necrofobico Morse esamina controvoglia un cadavere e discorre con il patologo attempato e cinico - Soggetto ad acrofobia, aracnofobia, misofobia, ornitofobia, necrofobia, più o meno incurabili, l'ispettore Morse scorge il telo impermeabile verde su un cadavere appena ripescato dalle acque del canale. Sente l'avversione crescere, misura circa un metro, sarà quello di un bambino? Il patologo riferisce di un maschio sui sessanta/sessantacinque anni, caucasico a cui mancano testa, mani e gambe. Un tronco mutilato, ben nutrito. L'uomo è, quasi certamente, stato ucciso prima di essere fatto a pezzi e buttato in acqua. Probabilmente trascinato dalla corrente fino a Thrupp.

Pubblicato nel 1983, Il mistero del terzo miglio è la sesta indagine della celebre serie poliziesca di Colin Dexter - divenuta un successo televisivo - con protagonista l'ispettore Morse. Nel rispetto della tradizione, il metodo investigativo è deduttivo. Lungo scenari, meteo e humour di piglio British, la soluzione dell'enigma si rivela con l'ultimo pezzo che ricomporre il puzzle in cui, certamente, niente è come sembra.
Della serie, la Sellerio ha già pubblicato: “L'ultima corsa per Woodstock” (2010), “Al momento della scomparsa la ragazza indossava” (2011), “Il mondo silenzioso di Nicholas Quinn” (2012), “Niente vacanze per l'ispettore Morse” (2012) e “L'ispettore Morse e le morti di Jericho” (2013). I restanti titoli sono di prossima pubblicazione.

© Riproduzione riservata



Seguici su

  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon