Recensione Il Grinta. Risoluto ed epico
Il film dei Coen propone un West aspro e risoluto, per un'epica narrazione

Il West sterminato ed ostile con i suoi personaggi inesorabili, le storie epiche ed impetuose, viene narrato magistralmente dai fratelli Joel e Ethan Coen in questo film tratto dall'omonimo romanzo di Charles Portis. Nel quale la neve che scende, a volte incessante, sembra voler ammantare il paesaggio egli aneddoti che nasconde, ormai persi e distanti, quasi a dare spessore simbolico alla frase conclusiva della protagonista, "Il tempo ci sfugge".
Una giovane donna Mattie Ross (Hailee Steinfeld) di quattordici anni appena, ingaggia lo spietato sceriffo federale Rooster Cogburn soprannominato Il Grinta (Jeff Bridges), per catturare ed assicurare alla giustizia l'assassino di suo padre, Tom Chaney (Josh Brolin). I due inizieranno un viaggio al quale si unirà il Texas Rangers LaBoeuf (Matt Damon) che li porterà a scoprire quanto poco distanti siano i mondi che li separano.
I personaggi sono rappresentati in modo autentico. Il Grinta è un uomo anziano con un solo occhio, malandato e rozzo, scolpito dal tempo che ha sempre una storia da raccontare. Si riscatta dall'alcool e dalla nostalgia solo quando con mente lucida afferma una giustizia di altri tempi, nella quale la certezza della pena è senza appello ed affermata dal piombo sputato della sua inseparabile artiglieria.
Mattie è determinata e sfrontata nella sua ricerca di vendetta. Non le interessa che affermare il suo diritto ad avere giustizia. Comprensibile per la sua età ma che al navigato Grinta sembra solo una mocciosa a cui badare. Il coraggio di Matti e l'assenza di paura nel peregrinare in Una valle oscura le varranno il rispetto degli altri due compagni di viaggio.
LaBoeuf che da la caccia al killer per riportarlo in Texas dove si è già reso protagonista di altri delitti e riscuotere la cospicua ricompensa, ha anche lui un suo codice morale molto differente dal Grinta che lo espone spesso alle critiche di quest'ultimo, donando al film un sarcasmo risoluto.
Prodotto da Steven Spielberg, si tratta di un remake del 1969 interpretato da John Wayne che gli valse l'unico oscar della sua carriera.
Una pellicola che può ben essere riassunta nel proverbio d'apertura L'empio fugge anche quando non è inseguito. Permette di cogliere lo spirito del West e del pericolo che lo pervadeva, dei personaggi epici creati prima dallo scrittore Charles Portis e tradotti poi dai fratelli Coen sul grande schermo.
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