Recensione Green Book, nella top ten dei film da vedere
In sala dal 31 gennaio, con Viggo Mortensen e Mahershala Alì.
Dopo numerosi riconoscimenti, tra cui quello di Miglior film del 2018 secondo il National Board of Review, nella top ten dell'American Film Institute, Green Book è stato protagonista anche durante la cerimonia dei Golden Globe, aggiudicandosi il Premio come Miglior commedia, sceneggiatura e attore non protagonista (Mahershala Alì).
Il titolo si riferisce a una guida statunitense, tristemente in voga tra la metà degli Anni Trenta e Sessanta. Nota come The Negro Motorist Green Book, o The Negro Travelers' Green Book, è il libretto di riferimento per ogni Afro-americano intenzionato a mettersi in viaggio. Il libretto verde segnala luoghi dove poter mangiare, alloggiare, sostare: una sorta di vademecum a garanzia dell'incolumità. In ogni caso, nonostante la guida, la prudenza non è mai abbastanza per un Afro-americano on the road. E comunque, consigliabile viaggiare verso il Nord America.
Schede
Frank Vallelonga (Viggo Mortensen), detto Tony Lip, sta cercando lavoro. Impiegato come buttafuori in un celebre night club, il Copacabana, sito al numero 10 della sessantesima Strada, siamo a New York, e chiuso per ristrutturazione. È sposato con Dolores (Linda Cardellini) e ha due figli da crescere.
L'occasione arriva con un ingaggio di autista e guardia del corpo per Don Shirley (Mahershala Alì), ricco e acclamato pianista. Un genio musicale che suona il piano dall'età di tre anni ed è al Conservatorio di Leningrado, quando di anni ne ha nove. Parla otto lingue, ha una laurea in psicologia e una in Arte liturgica. La paga è ottima, Dolores acconsente, a patto che il marito torni per la vigilia di Natale e le scriva qualche lettera. Tony accetta di accompagnare Doctor Shirley per il tour attraverso il pericoloso profondo sud, dove il numero di alberghi e locali friendly, per un uomo di colore negli Anni Sessanta, si dirada vertiginosamente.
Il
rapporto, inizialmente, non è idilliaco: Tony è rozzo, invadente e
non ha mai amato gli Afro-americani. Non ci pensa due volte se devo
fare a cazzotti. Tuttavia, è famoso per riuscire a sbrogliare
situazioni difficili grazie alla chiacchiera persuasiva. Doctor
Shirley lo sa e ha bisogno di lui. Tra un concerto e l'altro, non
mancano momenti drammatici, con aggressioni ed episodi razzisti che
attendono ad ogni angolo.
Tuttavia, in Green Book prevalgono i
macro-toni della commedia.
La sceneggiatura è estremamente
brillante, la regia allettante. Il film si lascia amare con
generosità.
Per quanto riguarda l'ineccepibile performance dei due protagonisti principali, lo spettatore percepisce come Viggo Mortensen e Mahershala Alì, insieme al resto del cast, abbiano lavorato in un set collaborativo e vivace. Questo aggiunge una sorprendevole genuinità al progetto.
Green Book, tratto da una storia vera, è scritto da Nick Vallelonga (figlio di Frank), Brian Hayes Currie e Peter Farrelly. A Farrelly è affidata la regia del film.
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