Recensione film Stronger con Jake Gyllenhaal
Cinema / Recensione - 04 July 2018 08:00
Al cinema: diretto da David Gordon Green, con la sceneggiatura di John Pollono.
Stronger Io sono più forte è il film tratto dal libro di Jeff Bauman, scritto in collaborazione con Bret Witter, sull'attentato alla maratona di Boston nel 2013. Suo malgrado, con le immagini in cui viene soccorso che fanno il giro del mondo, Bauman diventerà un eroe.
Jeff (Jake Gyllenhaal) è impiegato in una famosa catena di ipermercati. Ama il football, grande tifoso dei Red Sox, e vive con la madre (Miranda Richardson). Le serate, in compagnia degli amici al pub, completano il quadro di una routine sincera.
Con Erin (Tatiana Maslany) si è lasciato un mese fa. Non è la prima volta. E, per dimostrarle che a lei a ci tiene davvero, Jeff decide di attenderla al traguardo della tradizionale maratona con uno striscione. Lei corre, lui è tra il pubblico, quando un boato semina l'orrore, tra morti e feriti.
All'ospedale accorrono i famigliari di Jeff. Il ragazzo è vivo, ma ha dovuto subire la parziale amputazione degli arti inferiori. Il panico scuote la famiglia. Intanto, Jeff ha visto uno degli attentatori ed è in grado di fornire all'FBI informazioni decisive.
Il ritorno a casa segna una fase di estrema confusione. Jeff è stordito da tutto il clamore che lo circonda. Lui è il simbolo del Boston Strong, inseguito dai media. Anche la riabilitazione è ripresa dalle telecamere in diretta nazionale.
Mentre Patty, cuore di madre, cavalca l'onda di questa inaspettata opportunità, il figlio si aggrappa ad Erin: lei ha sì, i piedi ben piantati a terra. La convivenza forzata tra i tre mette in luce la complessità della situazione: da una parte, una madre alcolizzata, dall'altra un figlio in stato di shock.
Il
merito di Stronger sta nel raccontare la contraddizione tra il circo
mediatico, allestito all'esterno, e la fragilità di un involontario eroe odierno.
Il dietro le quinte dello show, sotto i riflettori e davanti a
migliaia di sconosciuti in delirio, è ben diverso.
La pressione
psicologica, senza un kit di supporto e pronto all'uso, su Jeff fa
riflettere.
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