Recensione film Robocop: l'intransigenza del cyborg con Joel Kinnaman
Joel Kinnaman interpreta il ruolo di "Robocop", personaggio che ha avuto fortuna dal cinema alle serie tv, dai fumetti ai videogames. In questo film Robocop è strenuo difensore della

Robocop è il film di José Padilha interpretato da Joel Kinnaman, Gary Oldman, Michael Keaton, Abbie Cornish, Jennifer Ehle e Samuel L. Jackson.
La trama. La vicenda è ambientata nell'anno 2028, quando la multinazionale OmniCorp sviluppa in maniera innovativa la tecnologia dei robot. I loro droni sono stati utilizzati dai militari per anni, ma la legge vieta la loro applicazione. L’occasione per portare questa tecnologia alla massima espressione si ha quando Alex Murphy, un poliziotto e padre di famiglia è gravemente ferito. Alex ha sempre agito per eliminare la criminalità e la corruzione a Detroit: e ora la OmniCorp vede l’occasione per creare un robot poliziotto, anche con la possibilità di aumentare i propri profitti installando un robot per ogni città. Ma non ha ancora compreso che sotto l’elmetto da robot agisce un essere umano.
La recensione. Rispetto alla pellicola del 1987 diretta da Paul Verhoeven qui troviamo un maggior ricorso agli aspetti personali del protagonista. La scena in cui Robocop è presentato in una conferenza stampa è anticipata dal momento in cui somministrano al robot della dopamina, così da non ricevere emozioni. Infatti nella sala sono presenti anche la moglie e il figlio, i quali poi tentano d avvicinarsi.
Oltre questi brevi momenti in cui la sceneggiatura indugia nella sua vita privata, il poliziotto robot poi procede con la strenua difesa della legge, tanto che è l'emblema di un rigore morale altrimenti non rappresentabile al cinema. C’è da ricordare che l’idea del film venne al 1986 al giornalista e scrittore Edward Neumeier assieme al collega Michael Miner camminando davanti a un poster del film “Blade Runner”.
I difensori della legge. Rispetto infatti ai classici personaggi difensori della legalità come “Batman” o “Spider-man”, Robocop è avulso da ogni sentimentalismo, quasi rappresenti un giudice imperturbabile che non ammette indulgenze. Nel film del 1987 e in questo è anche capace di uccidere, con una violenza che invece nella serie televisiva del 1994 viene smussata, proprio per non turbare il pubblico più giovane. E le traversie che ha dovuto sopportare paiono quasi riflettersi sul messaggio rigido che veicola: inizialmente la Sony Pictures lo annunciò nel 2005, con una regia inizialmente affidata a Darren Aronofsky. Seguirono periodo di stasi dovute ai problemi di programmazione della MGM, con il ruolo principale che rimbalzò da Tom Cruise a Johnny Depp, da Michael Fassbender a Matthias Schoenaerts fino a Russell Crowe.
Joel Kinnaman che lo interpreta ha già lavorato alla serie televisiva “The Killing”, e si muove qui in maniera uniforme con una scarna regia di José Padilha. Ma l'immedesimazione nel personaggio rende comunque il film godibile, più per il concetto che rappresenta che per la trama.
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