Recensione film Megalopolis, di Francis Ford Coppola
Cinema / Recensione - 20 October 2024 07:00
Con protagonisti Adam Driver e Nathalie Emmanuel
Megalopolis, trama del film
Francis Ford Coppola realizza una narrazione suggestiva, dalle immagini vivide, con riprese che alternano contemporaneità e miti del passato, legata a momenti della storia che sembrano riproporsi ciclicamente.Le sequenze scorrono con lentezza, quasi tediosa, eppure affascinanti nella capacità della scenografia di acuire gli effetti visivi, fantascientifico e romantico, dilungato ed elegante. Cesar (Adam Driver) veste i panni di un architetto che ha la capacità di fermare il tempo, mentre Julia (Nathalie Emmanuel) vorrebbe imparare come interagire con il tempo: tutto si complica quando il protagonista viene accusato d’omicidio.
Coppola con il suo Megalopolis ha avuto il merito di definire lo spirito decadente della società contemporanea, compiendo il parallelismo tra antica Roma, forse creando attese eccessive con il risultato di un film visivamente bello, a tratti stucchevole. Tuttavia, l’uomo padrone del tempo in un mondo decadente pone, tra lo scorrere delle metafore, un elemento di fantascienza gradevole, un elemento che riesce a intercettare l’attenzione della coprotagonista ma che rimane sullo sfondo d’una storia legata alla simbologia di accadimenti passati, persi e riproposti.
Megalopolis, parallelismo della società in decadimento
Megalopolis esprime un onirico e intellettuale momento intimo e al contempo collettivo, romantico e ironico, pungente nella metaforica critica dell’esigenza d’un cambiamento, visto come necessario per espropriare l’élite del potere e creare nuove opportunità in una società in decadimento. Cesar sogna di costruire una città per la gente, mentre il sindaco e i suoi soci pensano di lui che sia un folle da fermare. Una favola visionaria sullo sfondo di un dramma che ripropone miti della storia in un parallelismo contemporaneo, questo sembra essere Megalopolis.© Riproduzione riservata