Recensione film Madame Ida, dramma intenso sulla genitorialità di Jacob Møller
Scopri la recensione di Madame Ida, film in concorso al Torino FF con Crystal Moselle, Derrick: trama, cast, critica
Il film Madame Ida, diretto da Jacob Møller e presentato in concorso al Torino Film Festival, esplora, con toni drammatici e di grande profondità, il tema della miseria umana attraverso la ricerca spasmodica della genitorialità affrontata in tutta la complessità. Il lungometraggio danese racconta le vicende di Ida, Cecilia, e Alma tre donne di diverse generazioni accumunate da grandi sofferenze e privazioni e per questo legate da una profonda vicinanza emotiva.
Cecilia, interpretata da Flora Ofelia Hofmann Lindahl, giovane residente in un orfanotrofio, viene abusata dal direttore dell’istituto e rimane incinta contro la sua volontà. Per paura di altre ritorsioni, sceglie di non rivelare mai chi sia il padre. Per questo motivo, la ragazza, appena quindicenne, viene affidata dall’orfanatrofio a Ida, interpretata magistralmente da Christine Albeck Børge, una donna tormentata che, insieme alla governante Alma, interpretata da Karen-Lise Mynster, la ospita nella propria grande casa fino al momento del parto, poiché sarà lei ad adottare il nascituro. Dopo una fanciullezza di stenti e violenze, Cecilia scopre per la prima volta cosa significhi avere una casa, una madre e degli affetti, sentendosi amata e accudita da Ida. Il momento del parto rappresenta però un punto di svolta netto nei rapporti tra le tre donne, a causa dell’improvviso cambiamento di comportamento di Ida che da madre premurosa si trasforma in una persona crudele e bipolare. Qualcosa scatta nel profondo di Ida rendendola fredda e apatica nei confronti di Cecilia e della neonata Olivia. Neanche l’intervento di Alma la governante, che inizialmente era ostile ma che poi in realtà si rivelerà l’unico personaggio ricco di umanità, potrà impedire che Ida metta alla porta Cecilia.
1° premio del TFF per la migliore interpretazione al cast di protagoniste tutto femminile di Madame Ida
Jacob Møller offre una riflessione ampia e coinvolgente sulle dinamiche familiari, sui conflitti emotivi e sulla ricerca di amore e appartenenza. La recitazione dei vari personaggi è complessa, coinvolgente e stupendamente drammatica. Ottime interpretazioni da parte di tutto il cast di attrici protagoniste che hanno reso così coinvolgente questo dramma, tanto da meritare il 1° premio per la migliore interpretazione tra i film presentati al TFF.
Cecilia, priva di figure genitoriali nella sua vita, sperimenta finalmente il calore umano all’interno della casa. Qui, tra momenti di gioco, danza e affetto, inizia a sperare di essere accolta nella famiglia di Ida. Tuttavia, Ida è un personaggio complesso: dietro la facciata di madre amorevole e premurosa, si nasconde un’ambivalenza che emerge con forza dopo il parto. La sua freddezza e il suo distacco rivelano una personalità tormentata, probabilmente segnata dal trauma derivante dalla perdita di un figlio quando era più giovane, che la porta ora a rifiutare il ruolo di madre sia verso Cecilia che verso la neonata che ha adottato.
Anche Alma, la domestica, è una figura ricca di sfumature. Inizialmente distaccata e persino ostile verso Cecilia, comprende più di chiunque altro il senso di abbandono che la giovane vive, avendo lei stessa affrontato il trauma dell’orfanotrofio. Tuttavia, proprio per questa consapevolezza, Alma evita di creare legami profondi con Cecilia, convinta che Ida non la accoglierà mai realmente come parte della famiglia.
Un particolare plauso va anche alla colonna sonora, realizzata principalmente al pianoforte, composta da Kaspar Kaae delicata e penetrante, capace di coinvolgere e sottolineare così incisivamente i passaggi del dramma narrativo.
Un film assolutamente consigliato per la sua delicatezza, drammaticità e autenticità narrativa.
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