Recensione film Lo sguardo di Orson Welles di Mark Cousins

Cinema / Recensione - 18 December 2018 08:00

Al cinema, distribuito da I Wonder Pictures.

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Film Nomadland - video

Mark Cousins, regista di documentari, nato a Belfast, ripercorre la vita del maestro dell'inquadratura attraverso i luoghi di ispirazione, gli appunti, i racconti della figlia Beatrice Welles e, soprattutto, i suoi disegni.
Orson Welles, infatti, è stato un grande conoscitore della storia dell'arte pittorica e un pittore, che ha continuato a dipingere fino alla fine dei suoi giorni.

Film Lo sguardo di Orson Welles

Lo sguardo di Orson Welles (The eyes of Orson Welles, titolo originale dell'opera), premiato a Cannes, è uscito nelle sale italiane domenica 16 dicembre, distribuito da I Wonder Pictures.
La scena di apertura è una panoramica di New York, accompagnata dalla voce di Cousins che si rivolge al regista americano, interrogandosi sull'impatto della tecnologia nella vita quotidiana.


Caro Orson Welles...

Caro Orson Welles... guarda dove siamo. È una delle meraviglie del mondo. Un occhio come il tuo avrà notato che in questo panorama manca qualcosa. Le Torri Gemelle non ci sono più. Niente dura per sempre, giusto? Le persone, gli edifici, le città. Era una dei grandi temi dei tuoi film. Sei morto più di trent'anni fa. Da allora, alcune cose non sono cambiate. Ma da quando sei morto, ne sono cambiate molte altre. La vita è diventata molto più visiva. Abbiamo qualcosa chiamato Internet. È difficile da spiegare, ma guarda quei due in basso nell'inquadratura. Usano dei telefoni cellulari per inviare immagini, non sole parole, ordinare una piazza, prenotare un volo o guardare Quarto Potere. I telefonini hanno sostituito la tv e le agenzie di viaggio. Internet è come la magia nera. Il fanatico che è in te, il drogato di adrenalina, ne sarebbe entusiasta. Cosa avresti fatto con Internet? Ci sono stati altri grandi cambiamenti, dopo la tua morte. Abbiamo avuto un presidente afroamericano nello Studio Ovale. E un altro che pensa di essere Charles Foster Kane. Il mondo è diventato più “wellesiano”, Orson. I despoti, che ti affascinavano, stanno guadagnando terreno. Viviamo nell'esagerazione. Ma che cosa è wellesiano? Chi eri?”.

L'illuminazione

Orson Welles è un pioniere nell'arte della messa in scena cinematografica. Questo talento, ci racconta il documentarista, ha una matrice pittorica capace di potenziare trame e fare differenza. Seguendo le curve dei suoi disegni, Cousins ha un'illuminazione: “Ecco cosa avevo sulla punta della lingua. Il tuo pensiero visivo. Tu pensavi per linee e forme. I tuoi film sono libri di schizzi e di calligrafia. Ecco perchè chi ama Lawrence Olivier, e i film psicologici tratti da Shakespeare, non apprezza i tuoi. I tuoi erano più ruvidi, più incentrati sullo spazio, la grafica, il potere. Quando l'ho capito, ho scoperto che in pratica lo avevi già detto. Hai detto a uno dei tuoi biografi che Macbeth era un violento disegno a carboncino della tragedia. La regista del partito nazista, Leni Riefenstahl, tra tutti, non sbagliò di molto quando disse: 'Welles disegna immagini meravigliose entro i margini di Shakespeare'”.

© Riproduzione riservata



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