Recensione film Kasa Branca: uno sguardo diverso sulle favelas di Luciano Vidigal
Cinema / Recensione - 03 December 2024 15:40
Scopri la recensione di Kasa Branca, film in concorso al Torino FF di Luciano Vidigal: trama, cast, critica
Kasa Branca è il lungometraggio brasiliano scritto e diretto da Luciano Vidigal e presentato al 42° Torino Film Festival. Il regista, intervenuto in sala per presentare il film e rispondere alle domande del pubblico, ha spiegato che l’obiettivo del film è quello di offrire un punto di vista diverso sulle favelas. Queste realtà, ha continuato, spesso associate tristemente solo a episodi di degrado e violenza legati al controllo dello spaccio di droga, sono anche luoghi di forte aggregazione e di solidarietà tra gli abitanti. Le favelas infatti sono vere e proprie comunità costituite dai forti legami relazionali e dove ci si aiuta vicendevolmente per affrontare i problemi e le necessità quotidiane.
La trama del film, molto semplice e toccante al tempo stesso, sviluppa appunto questo tema. Al centro della storia c’è il giovane Dé interpretato da Big Jaum, un adolescente che affronta un ruolo di enorme responsabilità essendo l’unico tutore rimasto di sua nonna Almerinda interpretata da Teca Pereira, malata di Alzheimer e ormai in fase terminale. La sua vita, già segnata dalle difficoltà economiche e sociali, è una continua battaglia contro le difficoltà economiche e contro un sistema burocratico e sanitario che non offre alcun supporto concreto.
Nonostante tutto però, Dé non si lascia sopraffare e accudisce amorevolmente ogni giorno l’unico familiare che gli è rimasto, dopo che il padre lo ha abbandonato. Accanto a lui, i suoi amici Adrianin, intepretato da Diego Francisco, e Martins, interpretato da Ramon Francisco, sono come dei fratelli e un supporto indispensabile in un contesto così difficile.
Il cast, così come ha spiegato il regista alla fine del film, è costituito da giovani attori brasiliani che hanno cercato di rappresentare il contesto “da rua”, ossia della strada. La recitazione è, infatti, semplice ma al tempo stesso intensa e appassionata, con una rappresentazione dei personaggi perfettamente aderente alla narrazione.
L’amore nelle piccole cose supera ogni ostacolo
Il film racconta, tramite le vicende di questi ragazzi, momenti di autentica poesia. Dé, ogni giorno non solo si prende cura della nonna non autosufficiente, ma cerca di regalarle brevi momenti di felicità con dei piccoli gesti di affetto. Le mostra per esempio le fotografie della sua giovinezza o la porta tutte le sere a vedere il passaggio del treno dal cavalcavia vicino casa, che forse una volta prendeva per andare in città.
La sua determinazione nel volerle regalare dei momenti felici prima di morire è incrollabile. Nonostante le difficolta, visto che la nonna è in sedia a rotelle, organizza anche dei viaggi nei luoghi più significativi della vita di Almerinda, sperando di riportarla, anche solo per un attimo, alla gioia di un tempo.
Questi spostamenti però sono molto complicati visto che la nonna Almerinda è in sedia a rotelle. Tuttavia, la determinazione di Dé e dei suoi amici e con essi la solidarietà di tutta la comunità è commovente. Per esempio un ex abitante della favela, ormai diventato un rapper famoso, organizza gratuitamente un concerto nel giardino di casa di De’, Kasa Branca appunto, per raccogliere i soldi necessari per pagare l’affitto e le medicine della nonna.
Attraverso gli occhi giovani e pieni di speranza dei protagonisti, Kasa Branca, spalanca una porta sul tema della solidarietà e sul significato della felicità. Il film che, in alcuni passaggi sembra quasi una fiaba, regala infatti allo spettatore un messaggio delicato e poetico. Ci vuole trasmettere che l’amore e la resilienza possono vincere ogni difficoltà e che la felicità, presente anche in piccoli aspetti della vita quotidiana, è spesso una conquista condivisa con i propri cari. Un monito forse ad una società più consumista che misura invece la felicità con il denaro e con quello che puoi comprarci.
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