Recensione film Il ragazzo più felice del mondo di Gipi
In sala dall'8 novembre.

A tratti surreale, scomposto e umoristico: sono gli ingredienti de Il ragazzo più felice del mondo, la nuova commedia di Gian Alfonso Pacinotti, Gipi nell'arte fumettistica. Tra sentimenti, provocazioni, relazioni esasperate, logiche di mercato e folle burocrazia, da spettatori, assistiamo al divenire del film, tratto da una storia vera.
Nelle pieghe del divenire, scorgiamo anche un certo desiderio di raccontare qualcosa del panorama odierno del mondo del fumetto che, in Italia, meriterebbe, senz'altro, più attenzione da parte dell'editoria. E poi c'è l'urgenza di raccontare storie: “Spesso ho pensato al primo uomo che ha voluto disegnare. Il primo uomo delle caverne che non ha saputo, o potuto, accontentarsi della realtà dando così origine, secondo me, con il suo gesto, alla disperazione condizione dell'uomo moderno”, riflette Pacinotti.
La vita di Adelo
La scena d'apertura è un esilarante pitch che Gipi propone al produttore Domenico Procacci. L'idea è quella di realizzare La vita di Adele nella versione maschile, senza neanche girarci troppo sulla scelta del titolo: La vita di Adelo, come una gioiosa festa di sensi espliciti per il grande schermo.
La trama, tratta da una storia vera
Scartato
il progetto, Gipi si imbatte in un fan particolare. Da vent'anni
manda la stessa lettera, scritta a mano, a diversi fumettisti
italiani. Il ragazzo misterioso ha sempre 15 anni, la sua richiesta
sempre quella di uno schizzo autografato.
La vicenda di questo fan
sarà, dunque, il soggetto del film. La missione, quella di renderlo
il ragazzo più felice del mondo.
Prodotto
da Fandango, il film è stata presentato nella scorsa edizione del
Festival di Venezia, in concorso nella sezione Sconfini.
Nel
cast, tra i protagonisti, anche Davide
Barbafiera, Gero Arnone, Francesco Daniele.
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