Recensione film Butterfly, al cinema con la campionessa Irma Testa
Cinema / Recensione - 04 April 2019 13:30
In sala dal 4 aprile, distribuito da Cinecittà Luce.
Butterfly racconta la storia di Irma Testa, la più giovane (e prima) campionessa italiana di boxe qualificatasi alle Olimpiadi di Rio de Janeiro nel 2016. Il film è una sorta di docu-fiction con i protagonisti nella parte di se stessi. In realtà, Butterfly ha la sensibilità di un approccio introspettivo con una scrittura realizzata su misura.
Irma Testa muove i primi passi nella boxe seguendo le orme della sorella. Il suo tempio è la Vesuviana Boxing di Lucio Zurlo, maestro di vita, oltre che della disciplina sportiva, che segue i suoi ragazzi come il padre di una famiglia allargata. Anche per Irma è una significativa figura paterna, la cui porta è sempre aperta. L'inossidabile Lucio Zurlo è una personalità bigger than life, come dicono gli americani. La dedizione va in un'unica direzione, quella dei suoi ragazzi. L'obiettivo, quello di offrire loro una prospettiva solida.
Il debutto olimpico a Rio
Torre
Annunziata, infatti, non offre reali opportunità lavorative. Irma
rinuncia all'adolescenza per allenarsi ad Assisi sotto la guida di
coach Emanuele Renzini. Il sogno delle olimpiadi è a portata di mano
e la campionessa diventa una star corteggiata dai media.
Il
debutto olimpico si interrompe ai quarti di finale, battuta dall'oro
Estelle Mossely. Dopo l'ingrata pressione mediatica subita, le luci
si spengono bruscamente e da questo momento in poi Butterfly segue la
giovanissima campionessa in crisi.
La rinascita
A restarle a fianco il maestro Zurlo, di campioni navigati ne ha visto bruciare la carriera. Ma Irma Testa è diversa, talento e cuore: una campionessa, una farfalla temuta dalle avversarie sul ring, che seguiremo alle prossime Olimpiadi, Tokyo 2020.
Alessandro Cassigoli, Casey Kauffman, Guido Iuculano sono gli autori di questo bel progetto già presentato alla Festa del Cinema di Roma nella sezione Alice nella Città.
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