Recensione film Ancora auguri per la tua morte, il sequel di Blumhouse Productions
In sala dal 28 febbraio, di Christopher Landon.
Ancora auguri per la tua morte (Happy Death Day 2U, il titolo originale) non si è rivelato quell'enorme successo di incassi come il primo horror, tuttavia si è difeso bene: ventisei milioni di dollari a fronte di un comodo budget stimato sotto i dieci milioni di dollari.
Il sequel di Auguri per la tua morte è stato affidato a Christopher Landon, già sceneggiatore e regista del primo film. Landon ha espresso chiaramente l'idea alla base della nuova storia: indagare le ragioni per cui la protagonista Tree (interpretata da Jessica Rothe) sia rimasta intrappolato nel loop temporale. Con queste premesse l'horror si tinge di fantascienza e lo stesso regista ha aggiunto di aver realizzato lo script saltando sulla macchina del tempo di Ritorno al futuro, il cult di Zemeckis.
Visto
l'originalità di Happy Death Day, centoventicinque milioni di
dollari incassati per un budget che non ha raggiunto i cinque milioni
di dollari, la stampa specializzata ha apprezzato la rinuncia da
parte di Landon di doppiare la trama del primo film. Il twist di
genere, più sci-fi che puramente horror, lascia maggiore spazio alle relazioni sentimentali dei giovani personaggi coinvolti.
Infatti, questa volta ci saranno anche gli amici di Tree a finire
nelle pieghe minacciose del tempo. La ragazza, invece, comincia a
pensare come sia più semplice gestirsi tra le dimensioni del tempo
che nella quotidianità incasinata della sua vita reale. Naturalmente, a
rimpiazzare l'ormai defunta Lori Spengler, ora in realtà una
pluri-vittima, c'è un “nuovo” misterioso killer dietro la
maschera di Babyface. Lo psicopatico si diverte a seminare vittime:
chi sopravviverà?
Ancora auguri per la tua morte funziona anche
in chiave retrospettiva invitando lo spettatore a riguardarsi il
primo film.
Il film è una produzione targata Jason Blum e della sua Blumhouse Productions, punto di riferimento assoluto per horror a basso costo e di grande impatto al botteghino. Accanto al filone horror con super franchise di genere come Paranormal Activity, Insidious o Ouija, Blumhouse ha prodotto anche commedie (L'acchiappadenti, 2010) e film drammatici come Whiplash (2014).
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