Recensione film Al massimo ribasso con Matteo Carlomagno
Cinema / Recensione - 07 June 2018 08:00
Prodotto da Arcobaleno in collaborazione con Rai Cinema, in sala dal 7 giugno.
Al massimo ribasso è il secondo lungometraggio, applaudito al Torino Film Festival, realizzato da Riccardo Iacopino. Il titolo traccia la mappa della concorrenza sleale, nell'ambito dell'imprenditoria italiana: tra gli effetti, i minimi salariali, la qualità scadente dei materiali impiegati, l'assenza di sicurezza nei cantieri.
C'è uno sciopero degli operai contro le gare d'appalto pubbliche, un meccanismo improntato al massimo ribasso che impedisce, di fatto, alle piccole e medie imprese di competere con i big.
Diego (Matteo Carlomagno) è un protagonista cinematograficamente irritante: una sigaretta dopo l'altra, le cuffie con la musica a palla nelle orecchie, datate come il videogioco preferito. Ha un passato difficile, un segreto e un dono maledetto. È un ex poliziotto, messo ingiustamente alle strette da un sistema corrotto, e ha un fratello inchiodato a un letto di una clinica privata da mantenere. Scopriamo che è amico di Rocco (Stefano dell’Accio), un senzatetto in balia degli abitanti rumorosi nella sua mente, e di un padre di famiglia in difficoltà.
Allo stesso tempo, Diego è l'informatore dell'ingegnere De Masi (Alberto Barbi), l'insospettabile tramite tra la malavita e i capitani che contano nell'imprenditoria.
A dare una sferzata nella coscienza anestetizzata di Diego, già messa a dura prova, arriva Anita (Viola Sartoretto). Lei è un'infermiera tossicodipendente che finirà per perdere l'impiego, a causa della sua dipendenza. Rimessassi in sesto, trova lavoro in una cooperativa.
Sul finale del film, Diego non avrà nulla di perdere, anzi si metterà le cuffie con la musica a palla nelle orecchie.
Al
Massimo Ribasso può contare su una trama di piglio documentaristico,
comprensibile grazie all'intrigante cornice noir. Se vogliamo trovare
un riferimento letterario, il protagonista ricorda un'attuale
versione del Commissario Ricciardi, un negativo ambientato nelle
magagne dei tempi nostri. Il riscatto rimane amaro.
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