Recensione film A Ciambra

Cinema / Recensione - 03 October 2017 07:00

Martin Scorsese è il produttore esecutivo del film diretto da Jonas Carpignano

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Film L'ombra di Caravaggio - video

Con "A Ciambra" Jonas Carpignano pone l’attenzione sulle vicissitudini che coinvolgono una numerosa famiglia Rom. La telecamera segue l’adolescente Pio nel suo peregrinare tra le problematiche familiari e l’integrazione con altre etnie in un contesto sociale duro e realistico di degrado culturale e legale, nel quale il giovane protagonista cerca di crescere in fretta e diventare uomo. Jonas Carpignano pone la sua cinepresa in una comunità al margine che sopravvive compiendo crimini.

Il lungometraggio di Jonas Carpignano è stato scelto dalla commissione italiana per rappresentare il cinema italiano agli Oscar, nella sezione per il miglior film in lingua straniera. Solo dopo le nomination, previste per il prossimo gennaio, si saprà se il film di Carpignano è stato o meno selezionato.

Trama del film A Ciambra. Nella piccola comunità rom insistente a Gioia Tauro vive l’adolescente Pio con la sua numerosa famiglia. Lui cerca di aiutare la sua famiglia come può cercando di crescere prima possibile, copiando i gesti dei grandi. Analfabeta, cerca comunque di farsi strada con la sua furbizia ed intraprendenza a volte goffaggine. Quando suo fratello viene fermato dalla polizia e portato in carcere, lui tenterà di assumere il suo ruolo all’interno della famiglia tentando di non far mancare il denaro necessario a sua madre.

Jonas Carpignano è riuscito a mostrare uno spaccato dell’attuale società osservando le vicissitudini ed i legami che intervengono all’interno di un campo rom, dove il crimine diventa un fattore organizzativo della vita familiare. Il regista ha utilizzato una tecnica quasi esclusivamente documentaristica, con una sceneggiatura inevitabilmente o volutamente laconica.

La narrazione lineare a tratti meccanica non approfondisce le dinamiche che s’instaurano tra i personaggi, limitandosi a documentarne i loro comportamenti. Il regista riesce comunque ad ottenere -  da un cast non composto da attori professionisti - una rappresentazione dei personaggi realistica, permettendo di far emergere le motivazioni che alimentano il loro agire, indugiando su comportamenti a tratti ripetitivi. Jonas Carpignano espone una storia senza tentare di forzare alcun giudizio, lasciando allo spettatore la libertà d’individuare i significati oltre le azioni.

A Ciambra esprime una narrazione amara che lascia interdetti e non offre alcun tipo di affrancamento per il personaggio principale. Pio cerca di affermarsi secondo le regole del gruppo nel quale vive, oltre il moralismo e la legalità, tentando di affermare sé e la sua famiglia.

© Riproduzione riservata



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