Recensione Eterno femminile, il biopic di Rosario Castellanos
Cinema / Recensione - 06 March 2018 08:30
In uscita l'8 marzo, il ritratto della scrittrice messicana: l'impegno per i diritti delle donne.
Eterno
femminile (Los Adioses) è il biopic diretto da Natalia Beristain su
Rosario Castellanos, la voce letteraria più influente del Novecento
in Messico. Autrice di poesie, saggi e romanzi, Rosario Castellanos
si è battuta per i diritti delle donne, diventando una figura di
spicco nella lotta alle pari opportunità nei Paesi
sudamericani.
Muore il 7 agosto del 1974 a Tel Aviv a causa di un
incidente domestico. In Israele, era giunta come ambasciatrice del
Messico. Aveva appena 49 anni.
Eterno
femminile racconta il privato di Rosario (interpretata da una
magnifica Karina Gidi) attraverso il tormentato legame con Ricardo
Guerra (Daniel Giménez Cacho), professore di filosofia di fede
marxista.
Dopo l'amore giovanile ai tempi dell'università,
Ricardo torna a cercarla quando è già all'apice della sua carriera.
Si
sposano nel 1957. La routine matrimoniale si rivela infelice. Ricardo
malsopporta la produttività della moglie. Lei riesce a scrivere per
ore interminabili, mentre lui siede davanti la macchina da scrivere
inerme, senza idee, né ispirazione. Un altro motivo di frustrazione
dell'uomo sta nella popolarità crescente di Rosario.
Da moglie,
lei sorvola i suoi tradimenti, subisce due aborti fino alla nascita
del figlio Gabriel nel 1961.
Anche la maternità, tuttavia, è un
nuovo ostacolo da aggirare con la rinuncia: Ricardo pretende che
abbandoni l'incarico di professoressa, che la poetessa sia spenga
secondo la mentalità machista per cui la donna è relegata al ruolo
di creatura dipendente da un'autorità virile - un padre, un
fratello, un marito, un sacerdote. L'identità le spetta in quanto
madre. Fuori da questi schemi, è costretta a tollerare la ragione
dei più forti.
Rosario
non è un'eccezione, vittima della prepotenza di Ricardo. Lui vuole
dominarne lo spirito, imporre scelte e priorità. La coppia divorzia.
Nei
tre anni in cui si traferisce con il figlio in Israele, Rosario
Castellanos concepisce la commedia sperimentale El eterno femenino
(da cui il titolo italiano del film) e molte delle sue opere saggistiche più
brillanti sulla necessità dell'emancipazione culturale femminile.
Per
sé ha rivendicato il diritto di esistere: come scrittrice, moglie,
professoressa e madre di Gabriel.
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