Recensione Disobedience, del Premio Oscar Sebastian Lelio
Cinema / Recensione - 24 March 2018 08:00
In sala dal 25 ottobre, con Rachel Weisz e Rachel McAdams.
Disobedience
è il primo film in lingua inglese realizzato dal regista argentino-cileno Sebastian Lelio,
Premio Oscar per Una donna fantastica. Presentato in anteprima
mondiale al Toronto International Film Festival, Disobedience è
tratto dall'omonimo romanzo di Naomi Alderman.
La trasposizione
cinematografica , a cura di Lelio e Rebecca Lenkiewicz, rimane ancorata (e forse non potrebbe essere
altrimenti) alla natura letteraria letteraria dell'opera.
Le atmosfere sono raccolte, i dialoghi significativi (ma essenziali) e i colori della fotografia accordati al dramma. La sequenza iniziale introduce il rabbino Krushka (Anton Lesser), a capo della comunità ebraica ortodossa di Londra, impegnato in un ultimo sermone sulla libertà di scelta, concessa a ciascuna creatura di Dio.
La trama di Disobedience
Ormai
anziano e malato, il rabbino passa a miglior vita. Da New York, giunge, in tutta
fretta, la figlia Ronit (Rachel Weisz). Non sapeva che fosse malato,
nessuno si è preoccupato di avvisarla a riguardo. Da tempo, si è
allontanata dalla comunità per seguire la professione di fotografa.
Scopre che il padre viene ricordato dalla stampa come personalità
eminente, tristemente senza figli. Anche l'eredità, tra cui la casa
con i ricordi, viene lasciata alla sinagoga.
Al lutto, si aggiunge il
dolore di sentimenti contrastanti. In realtà, scopriremo alla fine,
il lascito del padre ha una valenza infinitamente più grande, rispetto al lascito materiale.
L'arte come risveglio di coscienza
Ronit
è bisessuale, uno spirito libero e un'artista: segni particolari non
graditi nella tranquilla comunità, dove il tempo scorre uguale
secondo i precetti religiosi. Viene ospitata dai due amici
d'infanzia: Dovid (Alessandro Nivola), il figlio spirituale, il
discepolo prediletto e designato successore del rabbino deceduto, ed
Esti (Rachel McAdams).
Ora sono sposati, ma qualcosa non quadra e,
infatti, Esti le confiderà un matrimonio infelice e un'esistenza
intrappolata: la sua unica consolazione è il lavoro di insegnante.
Tuttavia, uno scatto fotografico, capace di catturare un momento di
felicità ritenuto perduto, può destare la coscienza. Nel frattempo,
Esti scopre essere incinta.
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