Recensione film Ready Player One
Cinema / Recensione - 25 March 2018 09:00
Steven Spielberg realizza Ready Player One, tratto dal romanzo di Ernest Cline
Ready Player One dal romanzo al film
Ready Player One è il film che confronta la vita reale e quella virtuale sullo sfondo di un futuro nel quale la società civilizzata è divenuta proporzionalmente incontrollabile e numericamente eccessiva. Un disagio che induce le persone a rifugiarsi in un mondo meno oppressivo di quello in cui vivono, un contesto virtuale ed immaginifico, connettendosi ad un videogame e scollegandosi dalla realtà. Ready Player One è tratto dal romanzo omonimo di Ernest Cline e diretto da Steven Spielberg. Il film presenta la struttura e le ambientazioni elaborate e dinamiche proprie dei videogiochi, contrapponendo il grigiore della quotidianità all’esplosione dei colori e della vivacità del virtuale, alternando ai dubbi sull’identità degli individui la forza sulla verità dei sentimenti.Il protagonista Wade Watts (Tye Sheridan) assunte le sembianze virtuali di Parzival e deluso dalla propria vita quotidiana, cerca di risolvere l’enigma del videogame Oasis e conquistare l’ambito premio messo a disposizione dall’inventore del gioco come proprio lascito ereditario.
La regia di Steven Spielberg è caratterizzata dall’elaborazione in computer grafica, poche sono le scene girate con attori in carne ed ossa. Spielberg ha alternato sequenze di vita reale e virtuale, creando un confronto tra i due mondi nei quali l’individuo, oppresso dal futuro, esiste. Ponendo in evidenza da un lato l’insipiente stato in cui è piombata l’umanità e dall’altro la grottesca rivincita che le persone possono ottenere nella vita virtuale, dove gli individui sono in grado di realizzare qualsiasi sogno, essere ciò che vogliono e diventare famosi risolvendo quiz ed enigmi. Supportata da una colonna sonora briosa ed efficace. La sceneggiatura è estremamente presente e sviluppa una trama elaborata, tanto che viene spesso utilizzata la voce fuori campo del protagonista per introdurre lo spettatore nel contesto della narrazione. Una tecnica romanzata che annoia ma utile per permettere allo spettatore di comprendere le dinamiche che sostengono la trama. Una sceneggiatura colma di riferimenti alla cultura pop anni ottanta e citazioni che rimandano a film e vecchi videogame, sviluppata sulle tematiche proprie del gioco, volto al raggiungimento di un obiettivo finale, tuttavia fluida e non costruita a compartimenti schematici.
Spielberg è riuscito a contrapporre due mondi, confrontandoli e facendo emergere gli aspetti che li caratterizzano, entrambe fragili, facendoli coesistere attraverso l’equilibrio degli affetti. Realizza un film visivamente spettacolare, ponendo lo spettatore all’interno di un videogame, suscitandogli il gusto del gioco ma, inevitabilmente, senza offrirgli il piacere del joystick, facendo emergere il nerd che è in ognuno di noi. Fa emergere, seppur in un contesto ludico e comunque prevedibile, una critica alle tendenze eccessive che potrebbero proiettare l’individuo distante dalla realtà, richiamandolo all’autenticità delle passioni e dei sentimenti. Un messaggio semplice ma sempre efficace.
Ready Player One è un film divertente, solo a tratti soporifero ma nel complesso piacevole con una sceneggiatura ed ambientazioni pervase da slanci di apprezzabile ironia. Il film sarà al cinema dal 28 marzo 2018.
© Riproduzione riservata