Recensione del film ‘Gifted - Il dono del talento’
Cinema / Recensione - 02 November 2017 08:00
“Gifted - Il dono del talento” è il film con Chris Evans e Octavia Spencer
Gifted - Il dono del talento è il film di Marc Webb nelle sale.
“In questa classe nessun bambino parla, senza aver chiesto il permesso” dice la maestra dopo che la piccola Mary Adler (Mckenna Grace) risolve i problemi matematici con velocità sorprendente.
Mary è impaziente di cambiare scuola, perché si annoia con le solite lezioni che a lei, dotata di un dono (the gifted) pare obsoleta. Lo zio Frank (Chris Evans) cui Mary è data in affido non vuole che la nipote frequenti una scuola per ragazzi dotati, perché teme che non possa avere un'infanzia normale.
Siamo in una piccola città nei pressi di Tampa , Florida e l’ambientazione rende più tornita la storia raccontata, che parte da un caso isolato per giungere a un esperienza più generale. Se in un luogo culturalmente ostile è difficile garantire la giusta formazione ad una bambina più intelligente, non è il problema della piccola ad emergere, bensì quello della comunità.
In questo caso è lo zio Frank ad avere il timore che concedere a Mary di avere un futuro migliore del “covo di zanzare” in cui vive, possa essere una sofferenza per se stesso. La madre di Mary era una matematica con capacità rare, in grado di risolvere l’equazione di Navier-Stokes, una delle più complesse in ambito analitico e che descrive il comportamento di un fluido dal punto di vista macroscopico. Si suicidò quando Mary era neonata.
La nemica di Frank in tal caso è la madre, Evelyn Adler (Lindsay Duncan) che vorrebbe ora l’affidamento, mentre la vicina di casa Roberta Taylor (Octavia Spencer) lo consiglia. Il film procede spesso in maniera stanca, perché spesso si risolve in dispute giudiziarie e problemi sentimentali che minano la genuinità della vicenda, che avrebbe potuto raccontare l’egoismo di un genitore - o in questo caso dello zio - che non vuole allontanare la figlia che ha un dono superiore e che andrebbe iscritta a scuole speciali.
Invece in “Gifted” queste aspirazioni mancate si risolvono nelle controversie legali tra Frank e la madre, che vorrebbe decidere per lui. Anche la regia di Marc Webb non sottolinea momenti particolari, bensì pedina con precisione scolastica i movimenti dei protagonisti e comprimari.
Nonostante tale semplificazioni, il film diviene un racconto sul cinismo umano di decidere al posto di un bambino, che un’aula di tribunale vuol far alloggiare dove lui neanche sa. Sulla scia di film come “Black or White” (2014) di Mike Binder, in cui un nonno fa di tutto per avere la custodia della nipote. Oppure “Padri e figlie” (“Fathers and Daughters”, 2015) di Gabriele Muccino, dove un padre con problemi psichici fatica a riavere l’affidamento della figlia.
“The Gifted” è un film da vedere per come racconta i rapporti umani, anche se ciò è alternato ad una facile tendenza alla commozione. La mancanza di curiosità e dettagli mina la possibilità che possa diventare uno scorcio sulla furente affettività, che da un regista come Marc Webb che ha diretto “The Amazing Spider-Man” ci si sarebbe aspettati.
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