Recensione del film La ruota delle meraviglie

Cinema / Recensione - 14 December 2017 08:00

"La ruota delle meraviglie” è il film di Woody Allen con Kate Winslet, Justin Timberlake e Jim Belushi\r\n

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Film The Protégé - video

La ruota delle meraviglie ("Wonder Wheel") è il film di Woody Allen da ogg nelle sale.

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Ginny (Kate Winslet) lavora in una crostaceria di Coney Island, la penisola di Brooklyn a New York dove fu impiantato il primo Luna Park nel 1903. Tutt’oggi il luogo pullula di giostre e acrobazie: quelle cui però Ginny non è avvezza, relegata nel suoi pensieri cui spera di fuggire.

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Siamo negli anni ’30, e Ginny (Kate Winslet)  ha già divorziato, dopo che non resistette alla tentazione di avere una relazione con un attore che recitava con lei in uno spettacolo. Le sue ambizioni di attrice si sono strappate come le carte del matrimonio, e ha cominciato a bere.

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Woody Allen nei film recenti pare avere ormai un debole per le donne derelitte, dal passato ondivago: Vonnie (Kristen Stewart) in “Café Society” (2016) aspira ad una vita migliore e lascia il suo fidanzato, nella stessa serie televisiva “Crisis in Six Scenes” (2016) la protagonista Lennie Dale (Miley Cyrus) fugge da una situazione personale e politica che non accetto, optando per Cuba.

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Così anche Ginny non si sottrae ad una ipotetica felicità, e sposa Humpty (Jim Belushi), un uomo a sua volta rimasto vedovo, la cui figlia Carolina è finita con un malvivente locale.

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Tra i due si instaura un legame stanco, tanto che lei lo aiuta a smettere di bere, e poche sono le varanti alla loro monotonia.

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Come in altri film di Allen, è poi l’arrivo di una persona estrosa a creare scompiglio: qui è Mickey (Justin Timberlake) che da bagnino e frustrato drammaturgo mostra a Ginny un sentimento che lei riteneva sepolto. In realtà in Mickey c’è una sorta di attrazione per la figura patetica di Ginny, quasi che possa trasporta in un’opera: e da questa pietà nasce l’intesa tra i due. In “Café Society” era l'aspirante sceneggiatore Bobby Dorfman (Jesse Eisenberg), in “Crisis in Six Scenes” era l’afflitto Alan Brockman (John Magaro) che poi decide di rompere le nozze.

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In “La ruota delle meraviglie” il salvatore Mickey in realtà si rivela poi un debole, tanto da mentire a Ginny per sedurre una ragazza Carolina (Juno Temple), che è proprio la figlia scomparsa di Humpty.

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Da queste pretese si comprende come Allen tentenni a creare delle trame diverse rispetto alle precedenti, quasi ossessionato dagli stessi personaggi che però si muovono in una modalità che esclusivamente a lui appartiene. Gli sbalzi d’umore, le confessioni sputate senza ritegno, le gag che paiono studiate con il compasso, le battute che lasciano interdetti: questo è il recente mondo di Woody Allen, che può essere solo giudicato entrandovi.

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E il Luna Park pare il luogo migliore in cui lui possa esprimersi, più della città di Hollywood ritratta nel film del 2016, o i sobborghi di New York.

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Infatti “La ruota delle meraviglie” è stato girato in ambienti reali, a Coney Island e ricreando i luoghi esistenti di quel periodo, dalle insegne dei negozi alle facciate dell’epoca, dalla segnaletica ai ristoranti. La stessa costumista Suzy Benzinger ha reperito migliaia di costumi per le comparse, con vestiti appesi agli ombrelloni perché allora la popolazione non poteva permettersi i dieci centesimi richiesti per cambiarsi in una cabina, e usava la spiaggia.

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La ruota delle meraviglie è la stessa su cui i personaggi di Allen vorrebbero vivere in maniera perenne, mentre lui decide la velocità del giro.

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