Recensione del film horror 'The Sound'
Cinema / Recensione - 26 October 2017 08:00
"The Sound" è il film horror con Rose McGowan. Mauxa l'ha visto in anteprima.
The Sound è il film horror di Jenna Mattison uscito in questo giorni nelle sale statunitensi.
Kelly (Rose McGowan) è la scrittrice di un blog che si occupa di fenomeni soprannaturali. È specialista nella fisica acustica, e utilizza le onde sonore tattili a bassa frequenza per eliminare le attività paranormali. Le viene presentato un nuovo caso, secondo cui in una stazione della metropolitana abbandonata ad Toronto emergerebbero delle voci di fantasmi.
Il film usa le caratteristiche del genere horror maturo, con la musica fatta di suoni evocati, la fotografia con tagli di luce nell’oscurità solcati da uno smartphone usato come torcia, insetti che emergono da una parte e che si rivelano allucinazioni.
È proprio questo aspetto più percettivo a rendere il film coeso e non incline alla facile paura, con Kelly che decide di entrare nei sotterranei della metropolitana per scoprire la verità che si cela dietro un suicidio di un uomo gettatosi sui binari.
Le passeggiate di Kelly nei sotterranei sono troppo lunghe ed esibite in ambienti eccessivamente oscuri per alimentare la suspence, con eccessivi primi piani della protagonista che è alla ricerca di suoni di cui non riesce a rinvenire la sorgente. Ma a queste descrizioni più diluite si aggiungo metà film le evocazioni degli spiriti che cominciano lentamente ad interferire con i ricordi di Kelly, tanto che la donna inizia a vedere una bambina che faceva parte del suo passato.
L’interprete Rose McGowan ha già lavorato a “Grindhouse” di Quentin Tarantino e Robert Rodriguez, “Charmed”, la serie “C’era una volta” e “Nip/Tuck”, e sa ben dosare le emozioni che tradiscono la realtà dei fatti, invece che mostrare delle semplici espressioni di repulsione.
Il film echeggia una pellicola horror recente, anch’essa diretta da una regista: “Babadook”, in cui una madre chiede spiegazioni al figlio che crede di vedere un demone, fino alla rivelazione finale.
In “The Sound” gli spiriti sono nella mente della protagonista, anche se il finale fa comprendere che se molti condividono il medesimo timore, allora le paure sono più reali di quanto si possa ipotizzare.
Più che presentarci dei pericoli diretti, “The Sound” semina delle sensazioni di timore che raramente si sono moscate nel cinema horror recente. E tutta le tensione si scioglie nelle ansie della protagonista, che per un’ora e mezza sa rendere reale la percezione dei suoni. Le apprensioni acustiche non sono state affrontate mai in maniera reale nelle pellicole horror, e la regista Jenna Mattison - attrice di film come “Il desiderio più grande” e “7 songs” - sa porre l’udito come senso protagonista della storia.
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